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La decisione

Bancarotta e false fatturazioni nel Vibonese, dissequestrato il patrimonio di un imprenditore

Il Riesame ha annullato il sequestro dei beni del noto imprenditore turistico. Tolti i sigilli a beni per circa 3 milioni

Pubblicato il: 19/10/2022 – 19:12
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Bancarotta e false fatturazioni nel Vibonese, dissequestrato il patrimonio di un imprenditore

VIBO VALENTIA Annullato il sequestro dei beni dell’imprenditore vibonese N.C. È quanto ha stabilito il Tribunale del Riesame di Vibo Valentia che con Ordinanza di oggi (mercoledì 19 ottobre), ha giudicando in sede di rinvio giusto annullamento disposto dalla Corte di Cassazione, del sequestro imposto ai beni personali del noto imprenditore del turismo e dei sui familiari.
Il sequestro era stato disposto, nei confronti di N.C. nell’ambito di un procedimento per i reati di bancarotta e falsa fatturazione, che è attualmente pendente dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia.
Oggetto del sequestro l’intero patrimonio aziendale attivo nel settore immobiliare turistico-alberghiero, per un ammontare di circa un 3 milioni di euro.
In particolare, l’operazione ha riguardato un rinomato villaggio turistico oltre innumerevoli beni riconducibili ai patrimoni dei nuclei familiari.
Il Collegio difensivo (composto dagli avvocati Giovanni Vecchio, Bruno Vallelunga, Sandro D’Agostino e Ettore Squillaci) è riuscito a dimostrare l’assenza del nesso di pertinenzialità fra i beni sottoposti a sequestro ed i reati oggetto del giudizio.
«Con copiosa documentazione – è detto in una nota dei legali – si è dimostrato come tali beni fossero stati acquisiti al patrimonio degli imputati negli anni correnti fra il 1979 ed il 2010, quando invece i fatti di reato si collocano nel 2013, dimostrando in tal guisa che gli acquisti non potevano costituire il reimpiego dell’eventuale profitto dei reati».
Si conclude così una vicenda cautelare che ha avuto inizio il 18 ottobre dello scorso anno che ha interessato per tre volte il giudizio del Tribunale di Vibo Valentia (la prima volta con la domanda di restituzione bene depositata dinanzi al Collegio e due volte il Tribunale in sede di riesame), chiamato da ultimo a decidere dopo che la Suprema Corte di Cassazione aveva accolto i rilievi della difesa.

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