«L’inflazione colpisce anche la tazzina di caffè»
Il caro dei prezzi di beni e servizi legato alla galoppante inflazione non sta risparmiando proprio niente e nessuno. Anche uno dei rituali mattutini per eccellenza per gli italiani, il caffè, ne è r…

Il caro dei prezzi di beni e servizi legato alla galoppante inflazione non sta risparmiando proprio niente e nessuno. Anche uno dei rituali mattutini per eccellenza per gli italiani, il caffè, ne è rimasto coinvolto.
Ma di quale caffè stiamo parlando? Contrariamente a quanto si possa pensare, infatti, secondo uno studio condotto dalla FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi, ad aver registrato gli incrementi maggiori (si attestano intorno al 16,9% a livello di Unione Europea) non è stato il caffè al bar, bensì il caffè macinato utilizzato in casa per la moka. E’ questa la tazzina che ha subito i rincari più pesanti, che in alcuni Paesi hanno sfiorato anche il 30%, che in Italia nonostante tutto, ha fatto registrare incrementi ben più modesti pari al +6,6%.

Se da un lato abbiamo il caffè a casa, per quello al bar come stanno le cose? Sempre secondo l’analisi FIPE oggi il prezzo medio al bar è di 1,09 euro con un aumento rispetto al 2021 del 5,8%, quando una tazzina di caffè nel nostro paese aveva un costo medio pari a 1,03 euro. I prezzi al consumo lungo lo stivale sono poi variamente diversificati oscillando in una forbice che va da 0,90€ a 1,30€.

Insomma la tazzina di caffè fa si registrare aumenti, ma ben al di sotto dell’inflazione generale che oggi si attesta al +8,9% e se si fa un confronto con il carrello della spesa, che registra un +11,4%, la distanza in termini di aumenti è ancora maggiore.
In linea di massima quindi il caro vecchio caffè sembra essere per il momento parzialmente immune dall’aumento globale. Il tutto probabilmente è legato ad una sovraesposizione del prodotto verso l’immaginario del consumatore, nonchè alle abitudini di consumo degli italiani che fanno da deterrente verso gli esercenti ad effettuare aumenti considerevoli. Il caffè si sa è un prodotto simbolo del bar italiano. Ma questo basta a spiegare tanta cautela? Con ogni probabilità no. Non basta perché se andiamo ad osservare la dinamica dei prezzi del settore ristorazione, complessivamente ritroviamo la stessa cautela, aumenti si ma con moderazione. A conferma di questo giungono i dati che ci dicono che l’Italia è tra i Paesi europei in cui bar e ristoranti hanno mosso meno i listini nell’ultimo anno. Ma per quanto tutto questo potrà durare? Probabilmente poco. Bar e ristoranti hanno fatto e dovranno fare i conti con gli aumenti del costo dell’energia e questo inevitabilmente prima o poi porterà ad una sostanziosa revisione dei listini con ulteriori ripercussioni sulle tasche di noi consumatori.