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«L’economia sociale di mercato e il ruolo della Chiesa»

«Le dinamiche sociali si reggono, storicamente, su un rapporto di equilibrio fra politica ed economia. L’inizio del novecento ha visto prevalere, con il socialismo reale, la politica sull’economia e…

Pubblicato il: 11/11/2022 – 8:50
di Alfredo Antoniozzi*
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«L’economia sociale di mercato e il ruolo della Chiesa»

«Le dinamiche sociali si reggono, storicamente, su un rapporto di equilibrio fra politica ed economia.
L’inizio del novecento ha visto prevalere, con il socialismo reale, la politica sull’economia e, nel mondo anglosassone, l’esatto contrario con l’affermazione del capitalismo.
Entrambe le soluzioni, pur con significati assolutamente diversi, sono state insufficienti a creare giustizia sociale e applicazione della democrazia compiuta.
Per questo , e molto prima della decomposizione delle due teorie materialistiche, ha preso piede l’economia sociale di mercato, una straordinaria sintesi tra il pensiero cristiano e quello socialista, tendente a superare l’immanenza dèi due sistemi dominanti.
In questo la Chiesa, dalla Rerum Novarum, ha assunto un ruolo di avanguardia che ha toccato il suo apice nella sollecitudo rei socialis di Papa Giovanni Paolo II.
Un’analisi appropriata che criticava,nella sua implosione, il comunismo mettendo in guardia il mondo dall’idea che il capitalismo puro potesse essere il vincitore e la soluzione ai problemi del mondo.
Già parte della democrazia cristiana,che nasceva con il compito interclassista , e lo stesso MSI, seppure confinato fuori dall’arco costituzionale, rivendicavano l’economia sociale di mercato come grande opportunità collettiva dì mediazione tra le istanze sociali e il capitale.
Keynes aveva dato grande impulso a questo processo di statalizzazione o meglio dì aumento della spesa pubblica come condizione di crescita espansiva in un tempo diverso, caratterizzato dalla sovranità monetaria.
Fratelli d’Italia vuole ambire a rappresentare quel processo ideologico, che non era agganciato all’assistenzialismo ma all’umanesimo del lavoro.
È nel nostro programma la rivalutazione dell’economia dì settore, uno stato sociale attento, una partecipazione pubblica all’economia che non soffochi la libertà imprenditoriale.
Partire da quel passato è una bussola vincente anche in termini geopolitici. In fondo, a noi è destinata la facoltà di essere attori protagonisti di un presente che tenga in prima considerando l’uomo e la sua unicità».

*Vice presidente gruppo parlamentare Fratelli d’Italia Camera dei deputati

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