RENDE «Non mi dimetto nella maniera più assoluta». Lo ha detto all’Agi il sindaco di Rende Marcello Manna, indagato nell’inchiesta della Procura di Cosenza sulla presunta corruzione al Comune. Il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, ha sospeso Manna dal suo incarico di primo cittadino ai sensi 11 del decreto legislativo 235 del 2012, che disciplina la cause di “sospensione e decadenza di diritto degli amministratori locali in condizione di incandidabilità». Nei confronti di Manna il gip di Cosenza ha disposto il divieto di dimora nel Comune di Rende. Manna, che è anche presidente dell’Anci Calabria e presidente dell’Ato di Cosenza, oggi pomeriggio ha partecipato a un’assemblea dei sindaci dell’Anci. «Non ci sono – ha spiegato all’Agi – ragioni per dimettermi. Basta leggere le carte per vedere che nell’inchiesta ci sono 70 capi di imputazioni e di questi 62 sono stati rigettati dal gip, mentre otto sono stati accolti parzialmente accolti. Basta leggere questi atti per capire che tutto è da affrontare velocemente. Chi chiede le mie dimissioni lo fa in modo strumentale e rappresenta la vecchia politica calabrese. Forse in questi giorni faremo una conferenza stampa in cui chiederemo alcune cose anche sull’inchiesta». Nell’inchiesta di ieri sono finiti anche il vicesindaco di Rende, Annamaria Artese che ha avuto la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio e dal servizio per nove mesi; l’ex assessore comunale di Rende Pino Munno che lo scorso settembre si era dimesso dall’incarico perché arrestato in un’inchiesta della Direzione antimafia di Catanzaro; dirigenti comunali, consiglieri e funzionari comunali.
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