COSENZA La Dda di Catanzaro ha depositato appello avverso la sentenza emessa dal Tribunale di Cosenza (in composizione collegiale) con la quale era stati tutti assolti gli imputati Sandro Principe (difeso dai legali Franco Sammarco, Paolo Sammarco e Anna Spada), Umberto Bernaudo (difeso dall’avvocato Francesco Calabrò) Pietro Paolo Ruffolo (difeso dagli avvocati Franz Caruso e Francesco Tenuta), Giuseppe Gagliardi (difeso dall’avvocato Marco Amantea) coinvolti nel corso del procedimento denominato “Sistema Rende“. L’appello, depositato da Pierpaolo Bruni (nel corso del procedimento nelle vesti di pm della Dda di Catanzaro, oggi procuratore di Paola) è datato 19 dicembre 2022.
Nelle scorse settimane, erano state depositate le motivazioni della sentenza. Secondo i giudici, infatti, non vi è stato nessun presunto intreccio tra politica e ‘ndrangheta, e nessun rapporto tra Sandro Principe e alcuni gruppi della mala cosentina. Nel corso del dibattimento, era emerso il ruolo di leader della coalizione del partito democratico assunto negli anni 1990 da Principe, «nella veste di personaggio di spicco della coalizione di riferimento e comunemente riconosciuto quale punto di riferimento, non solo in ambito locale, di un certo contesto politico, sull’onda della tradizione politica avviata dal padre Francesco Principe». Si tornerà, dunque, in aula per attendere un nuovo verdetto.
(f.benincasa@corrierecal.it)
x
x