CATANZARO Diplomazie al lavoro. Il livello dello scontro sulla vicenda della doppia facoltà di medicina e sui (presunti) ritardi nella costituzione dell’azienda unica ospedaliera “Dulbecco” di Catanzaro, livello che si è parecchio alzato nei giorni scorsi, domani rischia di inasprirsi ancora di più con la seduta del consiglio comunale “aperto” convocato nel capoluogo catanzarese. Da una parte il Comune di Catanzaro guidato dal sindaco Nicola Fiorita, dall’altra la Regione Calabria essenzialmente nella figura del governatore e commissario della sanità calabrese Roberto Occhiuto, che peraltro ha spostato la questione sul livello nazionale sterilizzando oggettivamente le polemiche locali. Queste al momento le forze in campo, più che quelle universitarie, Università della Calabria e Università Magna Graecia di Catanzaro, che avrebbe incaricato i propri legali di verificare possibili strade giudiziarie ma sostanzialmente fa ancora l’equilibrista.
Il tema del contendere è la nascita della seconda facoltà di medicina in Calabria, a Cosenza nascita ovviamente avversata da Catanzaro che vede a rischio la propria primazia, ma soprattutto la nascita dell’azienda “Dulbecco” attraverso l’integrazione tra il policlinico universitario “Mater Domini” e l’ospedale “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro. Integrazione che sembrava cosa fatta già prima di Natale ma ora in stand by perché sarebbe subordinata all’emanazione di un Dpcm che riconosca la “Mater Domini” come azienda universitaria ospedaliera. Su questi due temi il Comune di Catanzaro è andato allo scontro frontale nei giorni scorsi deliberando due ricorsi al Tar. Sono queste le premesse al Consiglio comunale “aperto” di domani, un appuntamento che tuttavia a tanti, a livello politico, nel capoluogo non convince e non sembra nemmeno opportuno. Anzitutto per le assenze “pesanti” che potrebbe registrare, e poi per la mancanza di unità che comunque si riscontra nella politica catanzarese, e infine, e soprattutto, per il rischio di portare definitivamente il tema su un terreno campanilistico e come tale improduttivo, se non addirittura controproducente. Lo si è intuito abbastanza plasticamente mercoledì scorso, giorno dell'”adunata” convocata da Fiorita mentre quasi nelle stesse ore Occhiuto, lanciando un preciso e significativo messaggio (afferrato da pochi per la verità), incontrava – forse il primo governatore a farlo – il ministro della Sanità Schillaci anche sull’integrazione catanzarese. Un’adunata sicuramente partecipata e anche molto appassionata, quella di mercoledì, con spunti certo interessanti ma anche toni a volte eccessivamente alti, letture solo populiste, qualche voce dissonante ma anche fondata (a esempio, su qualche contraddizione negli atti dell’Università di Catanzaro dal 2018 a oggi), e mancati annunci (i ricorsi al Tar contro i decreti di Occhiuto erano ormai di fatto già stati decisi ma sono trapelati solo il giorno dopo). Comunque, se il clima domani sarà questo allora le preoccupazioni di chi teme che ci si infili in una strada senza uscita sono abbastanza comprensibili.
Intanto, un altro segnale: domani, quasi in contemporanea con la seduta del Consiglio comunale, Occhiuto ha convocato una conferenza stampa alla Cittadella (su altri temi) dando l’impressione di poter comunque rubare la scena sul piano mediatico. Poi, bisognerà capire chi ci sarà, alla seduta “aperta”: giovedì Fiorita ha detto che sarà regolarmente presente il rettore dell’Umg Giovambattista De Sarro, e anche qui si tratterà di vedere cosa dirà. Intanto, a parecchi osservatori politici non è sfuggita l’importanza di alcuni “passaggi” che sono maturati ieri, e che sembrano dare il senso di un’azione di distensione messa in atto da alcuni big, segnatamente dal sottosegretario Wanda Ferro, che ha parlato di un percorso in atto per “bypassare” eventualmente la necessità di questo strabenedetto Dpcm, ha reso noto che Occhiuto ha chiesto un parere per questo e che anche il ministro Schillaci segue con estrema attenzione la partita catanzarese-calabrese, facendo anche intendere che la vicenda legata all’integrazione ha ormai un respiro nazionale (e che forse non è il caso di buttarla in caciara in sede locale…). Diplomazie al lavoro, dunque, e appelli a non inasprire ancora di più lo scontro, come quello lanciato dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, “padre” della legge sull’integrazione. Saranno raccolti? (c. a.)
x
x