ROMA C’è stata alta tensione per l’indicazione di Giuseppe Valentino come membro laico del Csm. L’ex sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi è indagato per reato connesso a quello di alcuni imputati nel processo “Gotha”, procedimento imbastito dalla Dda di Reggio Calabria contro il “direttorio” della ‘ndrangheta. Il nome di Valentino non è piaciuto proprio ai parlamentari del Movimento 5 Stelle. Il penalista reggino, già parlamentare del Popolo della libertà dal 1996 al 2013, era stato indicato dal Fratelli d’Italia, secondo fonti parlamentari, quale vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura.
Sul nome di Valentino i pentastellati avrebbero fatto muro nel corso della riunione del Parlamento in seduta comune per eleggere i membri laici del Csm, tanto che, si legge in un lancio dell’Adnkrons, «il partito di Giorgia Meloni ha deciso di non rispondere alla prima chiama». «I dubbi sarebbero poi stati sciolti – si legge ancora – dopo un chiarimento tra i meloniani e i pentastellati».
Una vera e propria fronda che ha portato lo stesso ex sottosegretario ad annunciare il ritiro dalla corsa. «Per quanto vergognosa, inconcepibile e bugiarda – afferma Valentino annunciando il proprio passo indietro dalla candidatura come membro laico del Csm – nessuna palata di fango potrà mai scalfire la mia credibilità, la mia onorabilità e la mia onestà. Ritiro per questo motivo la mia candidatura al Csm».
E subito dopo l’annuncio di Valentino, è arrivato anche il cambio in corsa del nome del candidato in quota Fratelli d’Italia per i membri laici del Csm. Al posto dell’ex parlamentare reggino a rappresentare i meloniani sarà l’avvocato Felice Giuffré. Fratelli d’Italia comunque ha contestato l’atteggiamento dei pentastellati parlando di «fango» contro Valentino. A difendere Valentino il deputato meloniano Antoniozzi: «Un galantuomo come Peppino Valentino si è tirato fuori dalla corsa per il Csm dopo essere stato mascariato con un vergognoso metodo goebbelsiano dai cinquestelle. Valentino ha dimostrato ancora una volta dì essere un signore – dice Antoniozzi – un nobiluomo integerrimo con un forte senso dello Stato che ha anteposto gli interessi della nazione rinunciando a un’elezione meritata ed essendo vittima dell’ennesima, triste pagina del giacobinismo».
Questo l’elenco dei dieci candidati sui quali si conferma l’intesa tra maggioranza e opposizione: Isabella Bertolini, Daniela Binachini, Felice Giuffré, Rosanna Natoli, Claudia Eccher, Fabio Pinelli, Enrico Aimi, Roberto Romboli, Michele Papa ed Ernesto Carbone. (redazione@corrierecal.it)
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