Rifiuti industriali a Crotone, convocato un consiglio comunale urgente
La seduta in programma per il prossimo 31 gennaio. La richiesta è stata presentata, nei giorni scorsi, da 15 consiglieri comunali

CROTONE Convocata per il prossimo 31 gennaio una seduta del consiglio comunale “urgente” per discutere dei rifiuti pericolosi, presenti in località Farina-Trappeto, nella cosiddetta “Passeggiata degli innamorati”. La richiesta è stata presentata, nei giorni scorsi, da 15 consiglieri comunali (primo firmatario il capogruppo del Partito democratico, Andrea Devona). L’obiettivo è quello di approvare un documento contrario alla decisione di Eni Rewind, che vorrebbe modificare la decisione di portare i rifiuti derivanti dalle attività industriali nella città pitagorica – un milione di tonnellate – fuori dal territorio calabrese. Una decisione che era stata assunta all’unanimità, nella conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre 2019 (Progetto operativo bonifica fase 2 – Pob fase 2). Già nel 2021, quando il quadro politico degli enti locali (Regione, Provincia e Comune) era cambiato rispetto al 2019, Eni Rewind si è messa in movimento per seppellire a Crotone i rifiuti che, la stesso colosso industriale, aveva smaltito nella discarica fronte mare (Farina-Trappeto) quando ha proceduto allo smantellamento delle storiche fabbriche di Crotone (Ex Enichem ed ex Pertusola sud). Il progetto dell’Eni, quindi, è quello di smantellare la discarica fronte mare e costruire ad una cinquantina di metro dall’attuale impianto, nel sito dell’ex Pertusola sud), una “discarica di scopo per rifiuti Tenorm con amianto”. In questo sarcofago non verrebbero seppelliti tutti i rifiuti presenti nella discarica fronte mare, ma solo quelli che hanno la matrice d’amianto. Secondo un calcolo fatto dal sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, dovrebbero essere circa 60.000 tonnellate. Il sarcofago proposto dall’Eni potrebbe contenerne sino a 350.000 tonnellate. Perché costruire una vasca più grande di quella che serve? E dove andranno a finire il resto dei rifiuti industriali (circa 950.000 tonnellate) attualmente presenti nella discarica fronte mare? Nessuno lo dice e nessuna istituzione si è opposta ufficialmente al progetto di modificare il Pob fase 2, proposto dall’Eni. Nessuno si è opposto e l’Eni sta andando avanti nel suo progetto ed è riuscita a fare convocare una nuova conferenza dei servizi istruttoria per mettere nero su bianco e spostare i rifiuti di una cinquantina di metri, così potrebbe risparmiare una montagna di euro. Tira in ballo la normativa che sarebbe cambiata rispetto al 2019 e, quindi, ha fatto convocare la nuova conferenza dei servizi che, tra l’altro, per quanto è stato scritto nella lettera di convocazione “la variante progettuale trasmessa” dovrà costituire “variante urbanistica”, così come era scritto “nell’istanza trasmessa con la nota del 28 ottobre 2022”. Gli enti locali che sono, quindi, chiamati a dare il loro assenso alla variante del Pob fase 2 perché con il loro via libera autorizzano una variante urbanistica al Piano regolatore generale del Comune di Crotone. La variante modifica la destinazione d’uso: da sito industriale a sito per discariche di rifiuti speciali (tossici e pericolosi). Il sindaco di Crotone che, sinora, si è limitato a dire di essere contrario non ha ancora realizzato nessun atto ufficiale. Nella seduta del consiglio comunale convocato per il prossimo 31 gennaio sarà, quindi, chiamato a votare a favore o contro il documento che i consiglieri proponenti intendono proporre per fare giungere all’Eni la posizione della città e dei cittadini. Sulla vicenda dei veleni di Crotone il consigliere regionale Ernesto Alecci (Pd) ha diffuso una nota di denuncia ed ha preso le distanze dal progetto dell’Eni di tombare in Calabria i rifiuti. Alecci ha anche chiesto alla giunta regione calabrese di prendere una posizione contro il progetto dell’Eni. Anche il silenzio della Regione è assordante, così come è assordante il silenzio della Provincia pitagorica.