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I pm antimafia di Torino: «Lentini pagò la ‘ndrangheta». L’ex calciatore nega tutto

Procura contro l’assoluzione di un imprenditore accusato di estorsione. L’ex atleta del Cosenza (non indagato) avrebbe versato 100mila euro

Pubblicato il: 22/02/2023 – 12:24
I pm antimafia di Torino: «Lentini pagò la ‘ndrangheta». L’ex calciatore nega tutto

TORINO In primo grado l’imprenditore Alessandro Longo accusato di mafia e di estorsione è stato assolto. La Procura di Torino, però, insiste e crede che l’ex campione di Torino e Milan Gianluigi Lentini, amato a Cosenza per i suoi trascorsi in rossoblù dopo i fasti della serie A, abbia pagato 100mila euro alla ‘ndrangheta e che quindi sia una vittima «omertosa e reticente». Lo racconta oggi “La Stampa”. Lentini non è indagato nell’inchiesta e al massimo è parte offesa in questa vicenda collegata all’inchiesta Carminius sulle cosche di ’ndrangheta nella cintura di Torino. Per i pm, riporta “La Stampa” «Lentini ha cambiato più volte versione, aggiustandola continuamente (tra quando è stato sentito in procura e durante il processo, ndr)». Ancora: «L’omertà, siccome non discende da connivenza, non può che essere determinata da timore». 
L’ex calciatore avrebbe versato 100mila euro nel giugno 2016, in teoria un prestito, ma non si sarebbe mai interessato della destinazione della somma né del rimborso del capitale. Lui, durante il processo ha spiegato: «Non sono un ansioso, ribadisco che Alessandro non mi ha estorto niente, nessuna intimidazione vi è stata. Io sono una persona onesta e dico le cose come stanno». Per gli inquirenti invece sarebbe «palese che non voglia dire ciò che sa. Longo fa paura, ma non certo per sue personali caratteristiche, quanto invece perché è nota la sua appartenenza alla consorteria che opera nella cittadina». La storia ruota attorno a un cifra ceduta da Lentini a Longo per l’avvio di una concessionaria di auto. Tassi di interesse attorno all’1%, durante le indagini non salta fuori nessuna garanzia. La fideiussione spunta durante il processo ma i pm antimafia hanno dubbi sulla sua genuinità. A corroborare le perplessità dei magistrati c’è poi un’intercettazione che risale al 25 ottobre 2019. Nel dialogo ripubblicato dal quotidiano piemontese parlano due affiliati ai clan del Torinese. E fanno riferimento a un articolo di giornale in cui viene riportato in sintesi il contenuto dell’interrogatorio che l’ex calciatore ha sostenuto in procura davanti ai pm Paolo Toso e Monica Abbatecola. «Gli ha dato 100 mila euro a Franco Arone. E che gli doveva dire ai giudici, ndr)? Che gli hanno fatto un’estorsione? Che poi lo ammazzavano. Che campava ancora a Carmagnola? L’azienda non gliela prendevano?». 

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