COSENZA «Davanti alle 64 bare temporaneamente ospitate all’interno del PalaMilone di Crotone, l’unico messaggio doveroso da rivolgere al governo Italiano e all’Europa tutta è questo: la Calabria e tutto il sud Italia, non possono e non vogliono più essere il cimitero d’Europa». È quanto afferma in una nota il movimento “Rete 26 febbraio-La Calabria per i diritti umani”. «Oltre al dolore, enorme, – continua il movimento – registriamo anche l’assurdo rimpallo di responsabilità tra autorità competenti, su chi poteva e doveva dare il segnale di soccorso nella notte di domenica e anche il vuoto istituzionale nel dare risposte immediate e concrete alle istanze dei familiari. In questi giorni il clima al Palazzetto dello Sport pitagorico è drammatico. Stiamo assistendo inermi allo strazio di file di parenti disperati, costretti a dover riconoscere i volti dei loro cari. Su molte delle bare c’è solo un codice, neanche un nome su cui piangere. Per questo, come enti del terzo settore, sindacati, associazioni, comitati, ong, scuole, libere cittadine e cittadini chiediamo a gran voce che le autorità inquirenti facciano presto chiarezza e giustizia. Continuiamo a garantire supporto ai familiari e ai superstiti, e pretendiamo finalmente una politica comune europea di soccorso, accoglienza e asilo congiunta ed effettiva tra tutti i Paesi. E che non ci siano più disparità nell’accoglienza dei profughi, da qualsiasi parte del mondo e guerra scappino. Noi continueremo a presidiare il PalaMilone e chiamiamo una grande mobilitazione con un calendario di iniziative sui territori e con un appuntamento nazionale a Crotone. Si inizia da questo sabato 4 marzo, con presidi in diverse città d’Italia e, in Calabria, davanti alla Prefettura di Crotone alle ore 15, in previsione di una grande manifestazione nazionale che sarà comunicata nei prossimi giorni». Per qualsiasi tipo di adesione inviare email a forumtscrotone@gmail.com.
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