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le indagini

Naufragio a Cutro, erano sei gli scafisti (ma uno è morto). Un video su Snapchat incastra il turco arrestato in Austria

Le accuse del gip a Gun Ufuk, il 28enne fuggito «a bordo di un tender» dopo lo schianto. Un altro presunto trafficante «riconosciuto tra le vittime»

Pubblicato il: 08/03/2023 – 11:44
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Naufragio a Cutro, erano sei gli scafisti (ma uno è morto). Un video su Snapchat incastra il turco arrestato in Austria

CROTONE Il quarto presunto scafista arrestato in Austria nella notte tra martedì e mercoledì. Un quinto sospetto trafficante di esseri umani sarebbe stato invece individuato dagli agenti della polizia di Crotone e dai militari della Sezione Operativa Navale di Crotone: si tratta di un uomo di nazionalità turca di circa 30 anni, riconosciuto tra le vittime del naufragio. Si va chiarendo il quadro del naufragio al largo di Cutro, se non altro rispetto alle responsabilità di chi conduceva il caicco che si è schiantato a poche centinaia di metri dalla costa. Quattro, in tutto, le persone fermate. A cui si aggiungono – per un totale di sei presunti scafisti – un morto (il 30enne turco riconosciuto tra le vittime) e un siriano che risulta, al momento, disperso.

Il turco fuggito in Austria dopo il naufragio

Il quarto presunto scafista dell’imbarcazione sarebbe un cittadino turco, Gun Ufuk, di 28 anni, che dopo il naufragio era riuscito ad allontanarsi e a rendersi irreperibile. Ufuk, secondo quanto si è appreso, è stato rintracciato in Austria. Fine di una caccia iniziata nell’alba tragica del naufragio, quando una pattuglia della Guardia di Finanza aveva ritrovato alcuni stralci di un documento riconducibile a un cittadino di origini turche nato nel 1995. Da quel ritrovamento sono partite le ricerche dell’uomo, fino a una segnalazione della polizia austriaca. Ufuk è stato, infatti, fermato senza documenti: una volta identificato, dal controllo del nominativo nella banca dati SIS II, è emerso l’inserimento effettuato dalle forze dell’ordine in Italia. 
Sul conto di Gun Ufuk pendeva l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Crotone, Michele Ciociola, dopo la convalida dei fermi dei presunti scafisti. Gli altri tre arrestati sono un turco e due pakistani, uno dei quali minorenne. Ufuk sarebbe stata la persona cui era affidato il compito di condurre il caicco che a poche decine di metri dalla riva, davanti la costa di “Steccato” di Cutro, ha urtato contro una secca scaraventando in mare il suo carico umano. Il cittadino turco, inoltre, avrebbe svolto anche le funzioni di meccanico, intervenendo più volte quando il motore dell’imbarcazione ha manifestato qualche problema. Al momento non si hanno particolari sugli elementi che hanno consentito agli investigatori di rintracciare in Austria e di arrestare lo scafista.

Il video su Snapchat che incastra il quarto scafista

C’è un video che incastrerebbe Gun Ufuk, il turco di 28 anni arrestato nella tarda serata di ieri dalla Polizia di frontiera e dai carabinieri al confine con l’Austria con l’accusa di essere il quarto scafista dell’imbarcazione naufragata lo scorso 26 febbraio. Si tratta – secondo quanto riporta l’AdnKronos – di un video ritrovato sul telefono cellulare dello scafista minorenne I.H., detenuto nel carcere minorile di Catanzaro. Sul telefono, dall’applicazione Snapchat sono stati rinvenuti dei video che «dimostravano le responsabilità penali di Gun Ufuk, immortalato alla conduzione dell’imbarcazione e dei due cittadini pakistani che si dimostravano in posizione differenziata rispetto al resto dei migranti», scrive nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Michele Ciociola.
L’uomo, come hanno raccontato diversi testimoni, dopo il naufragio sarebbe scappato abbandonando l’imbarcazione «senza prestare soccorso ai migranti». «L’ho visto più volte guidare ed era spesso insieme ad un altro soggetto». «A volte scendeva personalmente in stiva per controllare le persone poiché il pakistano spesso litigava con noi migranti con atteggiamento provocatorio e non è stato fatto scendere in stiva. E’ uno di quelli che è scappato con il gommone insieme al siriano e a un altro turco, sempre per come ho appreso dagli altri migranti». Un altro superstite ha raccontato ai magistrati di avere visto Gun Ufuk, subito dopo il naufragio, con un altro turco, «preso degli oggetti neri simili a dei tubi che hanno gettato in acqua e si sono tuffati aggrappandosi ad essi per poi scappare». In una settimana Gun Ufuk è riuscito a raggiungere il confine raggiungendo l’Austria. Ieri sera la resa.

La fuga dello scafista turco dopo lo schianto del caicco

Subito dopo lo schianto del caicco sulla secca di Steccato di Cutro, Gun Ufuk, lo scafista di 28 anni, arrestato nella tarda serata di ieri al confine con l’Austria, con altri due complici «ha buttato in mare un tender» ed è «salito allontanandosi». «Una volta a terra il mio amico Yousuf mi ha riferito di avere visto due degli scafisti scappare verso il bosco». Inizia qui, come racconta uno dei superstiti del naufragio agli investigatori, la fuga di Gun Ufuk.
Gli inquirenti, che hanno già avviato le procedure l’estradizione in Italia per l’interrogatorio, stanno adesso cercando di capire se lo scafista arrestato ha potuto contare su alcuni complici, oppure se è arrivato fino al confine con l’Austria a bordo di mezzi pubblici. Un altro testimone descrive, agli atti, l’uomo finito in manette: «Era di nazionalità turca – dice – circa 30 anni, aveva capelli castano chiari, con barba incolta. Era alto circa 1.80-1.85. Non sono riuscito a vedere altri dettagli tipo tatuaggi o cicatrici. Era vestito con scarpe gialle tipo stivaletto, pantalone bianco e giubbino giallo». L’uomo, come raccontano i superstiti, «cooperava con lo scafista siriano nella risoluzione dei problemi motoristici dell’imbarcazione giunta in Italia». «Più volte ha aiutato il siriano ad aggiustare il motore della seconda imbarcazione, alcune volte l’ho visto anche guidare».

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