REGGIO CALABRIA Si è conclusa la prima fase degli studi tecnici, richiesti dall’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, finalizzati a valutare lo stato delle infrastrutture marittime del Porto di Saline e a definire una strategia per il suo recupero funzionale. Il gruppo di ricerca coordinato dal professor Felice Arena, Ordinario di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia del Dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Energia, dell’Ambiente e dei Materiali dell’Università Mediterranea, ha consegnato nelle scorse settimane un primo report da cui emerge che le problematiche del Porto di Saline appaiono riconducibili alla mancata o non corretta gestione dell’infrastruttura e dei sedimenti, sin dalla sua realizzazione. Non ci sono quindi problemi di impostazione del progetto originario, ma solo una non idonea gestione del trasporto solido (circa 40.000 metri cubi annui), da levante verso ponente, che ha causato via via l’accumulo di grandi quantità di materiali davanti alla diga di sopraflutto e poi l’insabbiamento completo dell’imboccatura. Per la completa rifunzionalizzazione sarà necessario ripristinare le strutture che hanno subito danneggiamenti come il molo di sottoflutto e conseguentemente le banchine di riva del tratto ovest e nord-ovest. Nelle more del completamento delle indagini in situ e degli studi meteomarini, che costituiranno il punto di partenza per il nuovo Piano Regolatore Portuale, nel primo report è stato anche valutato favorevolmente un ripristino parziale provvisorio dell’imboccatura con dragaggio di parte dei sedimenti accumulati, proposto dall’AdSP dello Stretto, che consentirebbe di assicurare la navigabilità sia pure a mezzi nautici di piccolo pescaggio ed il possibile utilizzo della banchina retrostante alla diga foranea per l’impianto di una o più concessioni per il piccolo diporto e per la pesca. Per predisporre gli studi di dettaglio ed approntare la progettualità necessaria per acquisire le autorizzazioni ed avviare l’appalto dei lavori di questo primo intervento l’AdSP ha incaricato subito la società di Ingegneria Wavenergy s.r.l. di Reggio Calabria, specializzata in opere di idraulica e di ingegneria costiera, che si metterà immediatamente al lavoro. Nei prossimi giorni, nel corso di una conferenza stampa che sarà appositamente convocata dall’AdSP dello Stretto e dal Comune di Montebello Jonico, saranno illustrati i dettagli sia del primo report sugli studi condotti dall’Università Mediterranea che del progetto in corso di redazione.
Il presidente Mario Mega ha così commentato: «I risultati degli studi condotti dall’Università Mediterranea ci tranquillizzano rispetto alla possibilità di operare il pieno recupero del Porto di Saline. I tempi non brevissimi per la redazione del nuovo Piano Regolatore Portuale ed il costo importante dei lavori di ripristino, tuttavia, ci hanno portato ad immaginare questo primo intervento per poter quanto prima rimettere in funzione parte dello specchio acqueo e metterlo a disposizione del diportismo per cui abbiamo rilevato in questi mesi molto interesse da parte di privati ed associazioni. Siamo fiduciosi che entro il prossimo anno potranno essere avviati i lavori per i quali siamo disponibili ad investire risorse dell’Ente. Nel frattempo continueremo a sviluppare la progettualità per il pieno recupero, per cui sarà necessario individuare specifici ed importanti finanziamenti statali o regionali, ed a sollecitare l’inserimento nelle Zes delle aree del retrostante agglomerato industriale».
Molto contenta anche la sindaca di Montebello Jonico, Maria Foti, che ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Accolgo con grande soddisfazione questo primo risultato, frutto di un lavoro coordinato, da più di due anni, con vari interlocutori ed in modo particolare con il Presidente Mega. Continuerò ad essere presente ad ogni tavolo ove si decidono gli step successivi per addivenire alla completa realizzazione del progetto di rifunzionalizzazione dell’infrastruttura portuale, che proprio per la sua localizzazione può costituire la porta d’ingresso del Mediterraneo e pertanto volano di sviluppo del territorio».
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