GIOIA TAURO «Dobbiamo riprenderci i nostri spazi e ribellarci. È arrivata l’ora di dire basta. Ai mafiosi dico: siete dei vigliacchi, dovete andarvene». È un intervento pieno di rabbia quello del sindaco di Gioia Tauro, Aldo Alessio, in una piazza gremita di persone. È stato un tripudio di colori, di giovanissimi, di “no” alla mafia, la manifestazione organizzata dal primo cittadino a seguito dell’operazione “Hybris” della Dda di Reggio Calabria. Un’inchiesta che ha fotografato ancora una volta lo strapotere dei clan sul territorio della Piana di Gioia Tauro e che ha portato all’arresto di esponenti delle cosche Piromalli e Molè. Tantissimi gli studenti e i sindaci che hanno raccolto l’invito del primo cittadino di Gioia Tauro. Presenti, tra gli altri, il procuratore di Palmi Emanuele Crescenti, la vicepresidente della Regione Calabria Giusi Princi, il fondatore e presidente di Libera Don Luigi Ciotti, il senatore del Pd Nicola Irto, l’imprenditore sotto scorta Antonino De Masi. Ma anche Rubens Curia e Francesco Costantino, dell’associazione “Comunità Competente Calabria”.
«Noi non siamo ‘ndrangheta e droga. Noi siamo altro: siamo bellezza e dobbiamo farci conoscere per questo. Dobbiamo alzare la testa». È l’urlo che invade piazza Duomo, da dove il corteo è partito per poi raggiungere le vie della città.
«Il silenzio è mafia». «La mafia teme la scuola più della giustizia». E ancora: “Non li avete uccisi, le loro idee camminano sulle nostre gambe”. Accanto un disegno che raffigura Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. I volti dei due magistrati antimafia uccisi da Cosa nostra si intravedono su più cartelloni, così come quello di Lea Garofalo e Peppino Impastato.
«È bellissimo – ha detto ai nostri microfoni il procuratore di Palmi Emanuele Crescenti – vedere i ragazzi, è bellissimo vedere i cartelli. Ho letto un cartello con su scritto: io vedo, io sento, io parlo. E l’ora di mettere da parte le famose scimmiette e di incominciare a parlare di mafia e di lottare anche con queste manifestazioni». Simbolo della lotta alla ‘ndrangheta a Gioia Tauro è l’imprenditore Antonino De Masi, da anni sotto scorta per essersi opposto alle richieste estorsive. «È opportuno e doveroso che il sistema del bello, il sistema della legalità, faccia sentire la sua voce. È opportuno che i cittadini capiscano che non si può stare nell’ambiguità e che in questa partita tra bianco e nero bisogna fare delle scelte. Lo si deve ai propri figli, lo si deve alle future generazioni e al futuro di questa terra».
«C’è una grande partecipazione», ha affermato il sindaco Alessio, che prendendo la parola si è detto «felice» per l’adesione di tanti cittadini, studenti, rappresentanti istituzionali da tutta la Calabria. «È importante dimostrare che siamo uniti in questa battaglia di civiltà contro la mafia, contro la criminalità, per liberare il territorio da queste associazioni criminali che lo stanno soffocando e che l’hanno messo in ginocchio, per difendere i nostri diritti individuali e collettivi». In riferimento all’ultima operazione della Dda nella Piana, il primo cittadino ha spiegato: «Nella battaglia contro la ‘ndrangheta sono già oltre trent’anni che che la mafia ha subito dei colpi durissimi e nonostante tutto riesce nuovamente a ricrescere. C’è bisogno, quindi, non solo dell’azione della magistratura, delle forze dell’ordine ma dell’azione politica da parte di tutte le Istituzioni e soprattutto della società civile e delle associazioni. Solo così possiamo riconquistare il nostro territorio perché il territorio appartiene a tutti i cittadini perbene, ai cittadini onesti, ai cittadini che pagano i tributi e non possiamo più permettere che rimanga in mano alla criminalità organizzata».
Tante le bandiere di Libera in piazza. Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente dell’associazione è stato uno dei primi ad aderire alla manifestazione. “È importante prendere coscienza che il cambiamento è necessario ed è possibile se uniamo le forze. Non si può – ha rimarcato don Ciotti – sempre delegare solo alla magistratura e alle forze di polizia che generosamente fanno la loro parte, ma c’è un ruolo che abbiamo come associazioni, come movimenti, come singoli cittadini. Il cambiamento che noi sogniamo e desideriamo ha bisogno di ciascuno di noi. Bisogna necessario estirpare il male dalla radice”.
Presente in rappresentanza della Regione Calabria la vicepresidente Giusi Princi che ha sottolineato l’importanza della presenza di tanti giovani in piazza: «È una giornata importantissima, non potevamo come Regione non esserci perché rappresenta il riscatto di un territorio, di una regione che vuole dire no alla mafia, no alla criminalità organizzata, no ai soprusi. Le istituzioni – ha aggiunto Princi – ci sono a sostegno del territorio e dei giovani. Tutti insieme possiamo contribuire a far fuoriuscire quell’immagine di Calabria di terra solidale, ricca, con un grande potenziale che dobbiamo valorizzare e far scoprire».
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