LAMEZIA TERME Tutto pronto per le mobilitazioni nazionali di Cgil, Cisl e Uil previste per il 6, 13 e 20 maggio prossimi, «tre grandi mobilitazioni su base interregionale a Bologna, Milano e Napoli sul tema legato ai salari, al fisco, alle pensioni, alle politiche industriali». A parlarne a L’altro Corriere Tv è stato Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Calabria, ospite de L’altra Politica, il talk condotto da Danilo Monteleone e Ugo Floro in onda sul canale 75.
«Ci saremmo aspettati da questo governo – ha spiegato Sposato – una spinta propulsiva diversa su questi grandi temi perché c’è molto disagio e non si percepisce il cambio di passo rispetto a quanto era stato annunciato. Di fatto, oggi, ci troviamo in una condizione di grande difficoltà, dovuta ovviamente anche alla situazione congiunturale internazionale ma il tempo passa e le risposte non arrivano». E quindi se oggi «l’inflazione continua ad essere quella che è – ha detto Sposato – il carrello della spesa continua ad essere quello che è, e alla fine non si arriva alla seconda decade del mese perché i salari sono diventati più bassi d’Europa e le pensioni pure, è evidente che nel Paese c’è un tema salariale e delle pensioni e del potere di acquisto che deve essere affrontato e anche nell’ambito della riforma fiscale credo che si stia facendo un qualche cosa di sbagliato». «Chiediamo di fare un intervento anche contrattuale per riportare i salari in linea con quelli europei».
A proposito, poi, della gestione dei fondi del Pnrr e i dubbi legati alla realizzazione dei progetti, il segretario Sposato ha ricordato che proprio la Cgil aveva sottolineato la necessità di «mettere a terra i fondi perché avevamo già denunciato che molte amministrazioni locali erano in difficoltà perché non riuscivano non solo a mettere a terra le risorse ma anche a fare la progettualità. In questo momento il tema di come si fa una rimodulazione del Pnrr credo che sia un tema che deve riguardare soprattutto non a progetti che rappresentano cattedrali nel deserto, ma che possono essere progetti che in questo momento siano realistici e concretizzabili che possono essere messi subito a terra». «Poi – ha spiegato ancora Sposato – c’è il tema della pubblica amministrazione che è ovviamente un freno perché c’è un tema legato anche alla carenza del personale pubblico che riguarda il Pnrr, ma anche altri settori come la sanità e le politiche industriali».
Secondo Angelo Sposato «abbiamo due temi che sono fondamentali non solo per la Calabria, ma per il Paese. In questo momento c’è una desertificazione economica e sociale oltre che demografica. I nostri giovani se ne stanno andando via dalla Calabria, oggi formiamo i nostri giovani e poi li mandiamo fuori dalla nostra regione a fare le fortune in Europa e nelle regioni del Nord. E molte volte, siccome il salario è diventato povero, dobbiamo intervenire lì dove è possibile intervenire, per sostenere anche non solo negli studi, ma anche nel lavoro». «Non smetterò mai di continuare a dire che noi, un problema che ci siamo lasciati alle spalle, è quello delle riforme e del regionalismo calabrese. Io sono uno di quelli che difende l’identità dei luoghi, mi piace l’antropologia, Vito Teti, la restanza, e so quanto ci tengono tutti all’identità, ma dobbiamo fare i conti con la realtà. Oggi la Calabria 400 comuni non se li può più permettere perché non ce li ha la Toscana, non ce li ha l’Emilia-Romagna, la Puglia o il Lazio perché oggi i 400 comuni in Calabria rappresentano molte volte solo le amministrazioni comunali e i consigli comunali. Allora per evitare i doppioni dobbiamo essere realisti e spiegare alle popolazioni che dobbiamo andare a un grande processo di riforma della geografia istituzionale, senza perdere l’identità perché se un comune si consorzia e si fonde, può mantenere comunque il nome dei due comuni che si sono fusi come è successo con Corigliano-Rossano. Pensato voi a 400 sindaci, 400 consigli comunali che hanno però il segretario comunale e l’ufficio di progetto».
Sulla vertenza Calabria «ci abbiamo investito tutti come segreterie perché abbiamo a cuore il problema dei calabresi e della Calabria, abbiamo creato questo momento di confronto con la giunta regionale e abbiamo fatto esporre anche i nostri segretari generali, Sbarra, Bombardieri e Landini a Roma, preludio ad una fase nuova che noi avevamo anche in qualche modo salutato come un fatto positivo per dimostrare la nostra disponibilità nei confronti dei problemi che attanagliano la nostra regione che sono storici». «Noi abbiamo creduto a quei punti, poi è chiaro che è successo qualcosa. Per esempio, noi non avevamo nella nostra piattaforma la questione dell’autonomia differenziata e il presidente della giunta regionale ha fatto uno strappo rispetto a questi temi con la venuta di Calderoli, enfatizzando questa questione che secondo noi è divisiva e penalizza il Sud e penalizza anche la vertenza Calabria». Dopo qualche mese «si è ritornato a parlare di altre questioni tranne che la vertenza Calabria. Non si può dire che in 4 o 5 anni si fa il ponte – che non si farà mai perché non abbiamo l’anello al naso – e per la SS106, che era nella vertenza Calabria “vediamo fra 15 anni quello che vogliamo fare”». Per Sposato, un pezzo importante della vertenza che era la SS 106 è stato vanificato «al di là di quello che dice il presidente Occhiuto perché di fatto non c’è nulla». Sull’alta velocità, altro punto della vertenza Calabria «non c’è più un euro, praticamente è sparita anche dal dibattito. Anzi, vi diro di più: se passa l’idea del ponte sullo stretto, di cui noi non siamo d’accordo, cambia tutto il tracciato sia dall’alta velocità che di tutto il resto». Secondo Sposato «di fatto la vertenza Calabria l’ha svuotata Occhiuto, proprio da un punto di vista delle scelte. E noi allora come sindacato non abbiamo altre scelte che scendere nelle piazze perché a quel punto è evidente che oggi ci siamo fatti dare il mandato dall’assemblea Generale della Cgil per andare a discutere con Cisl e Uil per portare la vertenza Calabria nelle piazze nei luoghi di lavoro e spiegarlo alle persone perché è chiaro che si è bloccata. Purtroppo, il presidente ha fatto queste scelte, non siamo stati noi ad abbandonare la vertenza, è stato il presidente della Regione». (redazione@corrierecal.it)
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