CATANZARO È considerato uno degli associati della cosca Bonavota di Sant’Onofrio. Proprio quella cosca nella quale capo Società viene considerato Pasquale Bonavota, 49 anni, ex primula rossa della ‘ndrangheta, catturato a Genova il 27 aprile scorso. E se Pasquale Bonavota si è recentemente professato innocente, in 25 minuti di spontanee dichiarazioni al termine di una delle udienze del maxi processo Rinascita Scott, le sue parole oggi potrebbero venire contraddette o confutate da uno dei suoi sodali.
Si tratta di Onofrio Barbieri, alias “38”, 43 anni, considerato partecipe attivo della locale di Sant’Onofrio. Non un capo ma un uomo con compiti esecuti, uno che, sostiene la Dda di Catanzaro, partecipava alle riunioni ed eseguiva le direttive dei vertici della società in particolare di Domenico Bonavota, fratello del capo Società Pasquale.
Lo scorso 3 maggio Barbieri è stato condannato dalla Cassazione a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Raffaele Cracolici, nell’ambito del procedimento “Conquista”. E anche su questo delitto c’è ancora da fare piena luce sui mandanti.
Tra i reati fine che gli vengono contestati ci sono la rapina (in concorso con altri sodali), ricettazione, illecita concorrenza e tentata estorsione, delitti in materia di armi, estorsione. Alcuni di questi delitti lo vedono agire in concorso col suo capo, Domenico Bonavota, e con Andrea Mantella, collaboratore di giustizia, reo confesso di numerosi delitti (compresi almeno otto omicidi).
Onofrio Barbieri risulta avere avuto il ruolo dell’esecutore di ordini. Ora i magistrati della Dda di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, stanno sondando la sua attendibilità, le sue conoscenze. La calibro “38” che dà l’alias all’uomo dei Bonavota, potrebbe ora essere puntata verso i suoi ex capi. (ale. tru.)
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