CATANZARO La qualità dell’assistenza è storicamente il “vulnus” della sanità calabrese e questo “vulnus” è reso plasticamente anche dai dati contenuti nell’ultimo verbale del Tavolo Adduce, il tavolo interministeriale di monitoraggio del piano di rientro della sanità calabrese, riunitosi lo scorso 21 marzo. «Nell’anno 2021 – scrivono intatti i tecnici del ministero della Salute e del Mef che compongono il tavolo e il Comitato Lea – la regione consegue un punteggio complessivo insufficiente in tutte e tre le aree di assistenza», aree che sono la prevenzione, la distrettuale e quella ospedaliera. «Per l’area Prevenzione e Distrettuale si rileva anche – spiega il Tavolo Adduce – un peggioramento rispetto al 2019 (sperimentazione); mentre per l’area Ospedaliera, sebbene insufficiente, rileva un lieve miglioramento rispetto alle annualità precedenti». A dare conto di quello che è un costante inadempimento della Regione Calabria nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza è una successiva tabella, allegata al verbale, che riporta il dettaglio degli indicatori e relativi punteggi che nell’anno 2021, non raggiungono il valore di riferimento», con la specifica finale che «per tali indicatori è necessario un approfondimento da parte della struttura commissariale».
Giusto per fare degli esempi. Per quanto riguarda l’area della prevenzione, per la “copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per la 1° dose di vaccino contro morbillo, parotite, rosolia” a fronte di una soglia di indicatore maggiore a 92 la Calabria è all’89,4, o ancora per la “proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato, per mammella” a fronte di una soglia maggiore di 35 la Calabria è allo 0,91, per la “proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato, per colon retto” a fronte di una soglia maggiore a 25 la Calabria è al 2,91. Area distrettuale: con riferimento a “intervallo Allarme-Target dei mezzi di soccorso” la Calabria ha un indicatore 30 a fronte di una soglia che richiede un indicatore inferiore a 21, per il “numero di anziani non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale/semiresidenziale in rapporto alla popolazione residente, per tipologia di trattamento (intensità di cura)” la Calabria ha un indicatore di 16,52 mentre la soglia ideale è superiore a 24,6. Infine, l’area ospedaliera: per la “proporzione di colecistectomie laparoscopiche con degenza post-operatoria inferiore a 3 giorni “ l’indicatore della Calabria è 60,79 laddove la soglia di adempimento è superiore a 70, per la “percentuale di pazienti di età 65+ con diagnosi di frattura del collo del femore operati entro 2 giorni in regime ordinario” la soglia di adempimento è superiore a 60, ma la Calabria si attesta al 45,09. (c. a.)
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