Catanzaro, tentata concussione ai danni del gestore di un lido, assolti dirigente comunale e proprietario
Il pm aveva chiesto una condanna a un anno e otto mesi. Accolte le tesi difensive e adottata la formula piena “perché il fatto non sussiste”

CATANZARO Sono stati assolti dall’accusa di tentata concussione con la formula “perché il fatto non sussiste”, Andrea Adelchi Ottaviano, 59 anni, in qualità di dirigente del settore Edilizia provata e Sue del Comune di Catanzaro, e Giovanni Valentino, 67 anni, proprietario dello stabilimento balneare “Lo Jonio ce l’hai” che si trova a Catanzaro Lido.
Lo scorso 15 marzo il pm Domenico Assumma aveva chiesto la condanna per entrambi a un anno e otto mesi di reclusione.
Il gup Giuseppe De Salvatore è stato però più teso verso le argomentazioni difensive portate dagli avvocati Francesco Iacopino e Nunzio Raimondi.
Il fatto
Secondo l’accusa, in seguito all’incendio doloso che aveva interessato lo stabilimento balneare – del quale è gestore Matilde Talotta coadiuvata dal marito Aniello Grampone – era sorta una controversi tra i gestori e il proprietario Giovanni Valentino il quale si sarebbe rifiutato di sostenere le spese di rimozione e bonifica dell’area interessata dall’incendio, pretendendone l’esecuzione a spese di Talotta ma sotto la sua supervisione e con una ditta da lui scelta. Da parte sua Adelchi Ottaviano – nonostante i gestori avessero ottenuto dall’autorità giudiziaria un’autorizzazione al fine di provvedere alla bonifica – avrebbe contestato l’autorizzazione giudiziaria e convocato nel proprio ufficio Matilde Talotta e Valentino. A questo punto il dirigente comunale, secondo l’accusa avrebbe intavolato una «anomala trattativa tutta pendente a favorire Valentino».
«Pieno rispetto della legalità»
«L’architetto Ottaviano – ha commentato l’avvocato Iacopino al termine della lettura del dispositivo – ha sempre ispirato il proprio operato al pieno rispetto della legalità, fedele ai propri doveri professionali discendenti da norme e prassi virtuose. Dopo aver reso interrogatorio davanti al suo giudice, ha chiesto di essere giudicato sulla base degli atti di indagine raccolti dall’Ufficio di Procura, sicuro della propria innocenza e forte della convinzione di aver perseguito esclusivamente l’interesse pubblico. La sentenza del giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro conferma la totale infondatezza delle accuse e restituisce al pubblico ufficiale, sporcato da una denuncia tanto infamante quanto inventata, la limpidezza che ha sempre caratterizzato il suo agire».
Viva soddisfazione è stata espressa anche dall’avvocato Nunzio Raimondi: «il signor Valentino si è sempre relazionato con gli uffici comunali rispettando ruoli e funzioni ed ha condotto la propria battaglia giudiziaria per il recupero della titolarità del Lido nelle sole sedi competenti, nelle quali, peraltro, è sempre risultato vittorioso, ricevendo dai giudici civili, amministrativi e penali il riconoscimento pieno della fondatezza dei propri diritti e degli interessi legittimi via via fatti valere e, quindi, della serietà e bontà delle connesse iniziative giudiziarie. Speriamo che questa ennesima pagina giudiziaria possa mettere la parola fine a un’annosa vicenda a dir poco paradossale».
(a.truzzolillo@corrierecal.it)