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la nuova era del crimine

L’omertà digitale della ‘ndrangheta

Piattaforme difficili da “bucare”. I vecchi smartphone vanno in soffitta, soppiantati dai criptofonini e dai messaggi flash

Pubblicato il: 23/06/2023 – 6:58
di Fabio Benincasa
L’omertà digitale della ‘ndrangheta

COSENZA Le mafie si evolvono e le organizzazioni si attrezzano per stare al passo con i tempi nel tentativo di eludere le indagini e continuare a concludere affari illeciti senza il pericolo di essere intercettati. Nella recente operazione denominata “Gentlemen 2“, coordinata dalla Dda di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, sono dedicati alcuni capitoli all’avvento dei criptofonini, alla loro evoluzione ed alle modalità di funzionamento. Nel mentre in Italia si continua a dibattere, non senza roventi polemiche, sulla riforma della giustizia e la possibile “stretta” del ministro Carlo Nordio sulle intercettazioni, la mala pare concentrarsi sullo sviluppo di nuove piattaforme informatiche e digitali in grado di resistere ai tentativi di chi cerca di “bucare” un sistema, diventato ormai decisamente resistente e sorretto da una certificata omertà digitale. «L’avvento degli smartphone e dei loro servizi di messaggistica istantanea – sottolineano i magistrati della Dda di Catanzaro – avevano soppiantato gli usuali canali comunicativi adoperati sino ad allora dalle consorterie criminali. In tempi più recenti, invece, a spalancare le porte dell’omertà digitale, concorreva l’arrivo, sul mercato globale, dei telefoni cellulari criptati, impermeabili alle intercettazioni ed in grado di consegnare, al numero sempre crescente delle organizzazioni criminali, un vantaggio competitivo, costringendo, di fatto, le polizie di tutto il mondo, ad uno sforzo innovativo senza precedenti».

I criptofonini

Dell’utilizzo illecito dei criptofonini si è ampiamente discusso anche in occasione di un’altra operazione: l’inchiesta denominata “Eureka” che ha visto la collaborazione delle Procure di Reggio Calabria, Milano e Genova, e degli investigatori dei paesi coinvolti. Con riferimento all’operazione “Gentlemen 2“, invece è emerso il ricorso all’uso degli smartphone «di per sé legali» da parte di alcuni indagati. Tra questi anche Claudio Franco Cardamone e  Nikolaos Liarakos. Perché si ricorre all’uso di questi apparecchi telefonici di ultima generazione? La risposta è semplice: «non sono intercettabili, in quanto usano metodi di crittografia inviolabili per proteggere tutti i sistemi di comunicazione, impermeabili a qualsiasi tradizionale strumento di intercettazione». In buona sostanza, attraverso il loro utilizzo è possibile veicolare un qualsiasi contenuto, azzerando il rischio di ascolto e consentendo illecite trattative “a distanza”. I livelli di cifratura offerti da questi particolari dispositivi sono sostanzialmente diversi da quelli dei comuni smartphone e questa maggiore “blindatura” viene spesso utilizzata per raggiungere scopi illegali.

Linguaggio criptico e messaggi flash

Gli indagati, come emerso nell’inchiesta, non solo ricorrono all’utilizzo dei criptofonini ma anche all’utilizzo ripetuto di termini criptici. E così il “caffè “, i “limoni” o la “coca cola” diventano parole chiave «inequivocabilmente indicanti la droga». Non solo. Chi indaga ritiene che le conversazioni di alcuni indagati avvengano mediante l’utilizzo del meccanismo “flash” per inviare messaggi di testo che si auto-cancellano dopo pochi secondi dalla visualizzazione. Sulle difficoltà da parte di chi indaga nel “bucare” sistemi sempre più sofisticati e sulla necessità di avere a disposizione professionisti ed esperti del settore informatico, si è soffermato anche il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo (qui la notizia). Per Melillo «c’è un deficit nella nostra capacità di penetrare nelle reti digitali che sono ambienti ormai consueti di grandi e piccole reti criminali». Una dichiarazione che fa eco a quanto sostenuto da tempo dal procuratore della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri. Che ha ribadito la necessità per le forze dell’ordine di dotarsi di sofisticati sistemi informatici, hacker compresi, in grado di stanare e contrastare i mezzi altamente tecnologici in mano alla mala (qui la notizia).

(redazione@corrierecal.it)

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