CATANZARO Tre patteggiamenti, quattro condanne, un’assoluzione e un rinvio a giudizio. È stata questa la decisione del gup Gabriella Pede riguardo al procedimento denominato “L’isola che non c’è” che contempla i reati commessi da una gruppo di persone che si sono «auto-proclamate» cittadini e governanti di un sedicente “Stato Teocratico Antartico di San Giorgio” e, in tale veste, hanno effettuato una massiva campagna di proselitismo nei confronti di un numero notevole di persone che hanno aderito a tale progetto, pagando un corrispettivo per l’acquisto della cittadinanza e di alcuni documenti connessi allo status di cittadino sangiorgese. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, concorso esterno in associazione per delinquere, truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio, riciclaggio, tentata estorsione, esercizio abusivo di una professione, favoreggiamento, falso.
Hanno patteggiato la pena Aldo Piattelli – un anno e sei mesi di reclusione –, Giulio Sartoron – un anno e 10 mesi di reclusione – Manuel Casara – 9 mesi e 10 giorni. Per tutti e tre è stata disposta la sospensione condizionale della pena.
Il gup ha inoltre condannato Emanuele Fransca a 2 anni, 6 mesi e 20 giorni; Christian Lacalandra a 8 mesi di reclusione; Claudio Martino, 10 mesi; Rocco Viva, 8 mesi di reclusione.
Per Lacalandra, Martino e Viva, il giudice ha disposto la sospensione condizionale della pena.
Gli imputati sono stati condannati al risarcimento dei danni in favore dell’unica parte civile, una donna, difesa dall’avvocato Alessio Spadafora, che era stata indotta a versare 600 euro con la promessa di un incarico nel corpo di polizia nell’inesistente “Stato Teocratico Antartico di San Giorgio”.
Assolta, Anna Maria Mazzaglia, difesa dall’avvocato Maria Domenica Vazzana.
Il gup Pede, inoltre, ha rinviato a giudizio Philip Chircop, classe ’52, di Malta. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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