CATANZARO Quattro condanne sono state invocate dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio, nell’ambito del procedimento, con rito abbreviato, denominato “Thomas” incentrato sulle ingerenze della cosca della cosca Grande Aracri sul Comune di Cutro e anche sulla presenza di “divise infedeli” tra i militari della Guardia di finanza di Crotone che avrebbero rivelato notizie coperte da segreto istruttorio agli clan di Cutro, Isola Capo Rizzuto e Belvedere Spinello.
Il pm ha chiesto sei anni di carcere nei confronti del collaboratore di giustizia Giuseppe Liperoti, accusato dell’omicidio di Antonio Macrì, avvenuto a Cutro il 21 aprile 2000. Il ruolo di Liperoti nell’omicidio sarebbe stato quello di aiutare il killer (Vito Martino, condannato all’ergastolo per questo delitto) a occultare il cadavere della vittima.
Chiesti due anni e otto mesi nei confronti di Antonio Giuseppe Mancuso, collaboratore di giustizia accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e di avere favorito la ditta Edilsystem di Lamezia Terme a ottenere appalti pubblici e transazioni bancarie.
Chiesti tre anni nei confronti del luogotenente delle Fiamme Gialle Domenico Ferrara, accusato di avere effettuato accessi abusivi alla banca dati delle forze dell’ordine per acquisire notizie indipendenti dalle sue mansioni di indagine.
Chiesti tre anni nei confronti dell’imprenditore Giuseppe Greco, accusato di avere offerto 5000 euro al finanziere Giuseppe Condemi (imputato nel processo con rito ordinario) per corromperlo e ottenere un suo illecito intervento.
La prossima udienza del processo davanti al gup Chiara Esposito è stata fissata per il prossimo 25 settembre.
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