BOGOTÁ Salvatore Mancuso, sarà nominato gestore del processo di pace con il governo. L’ex leader paramilitare di destra – finito al centro di inchiesta delle Distrettuali di Catanzaro e Reggio Calabria per il suoi presunti legami con la ‘ndrangheta – è stato indicato dal presidente della Colombia, Gustavo Petro.
«Il processo di pace tra il governo Uribe e i paramilitari non è ancora terminato, non si conosce ancora tutta la verità», ha scritto Petro sui social motivando la sua decisione. La scelta di Mancuso, ex capo delle Forze unite di autodifesa della Colombia (Auc), è stata duramente criticata dall’ex presidente Álvaro Uribe.
In recenti dichiarazioni davanti ai magistrati della Giurisdizione speciale per la pace (Jep), Mancuso ha insinuato che la sua organizzazione aiutò Uribe a farsi eleggere. «Aspetto le prove delle calunnie di Mancuso. Che il presidente lo nomini dirigente della pace non ha importanza, la cosa grave è che mente e che ci sia discriminazione», ha commentato Uribe su Twitter. Anche l’ex presidente Iván Duque si è unito alle critiche. “Con l’infamia hanno cercato di creare legami tra Uribe e i paramilitari, ma il governo che li ha smobilitati, sottomessi ed estradati era il loro. I fatti sono più forti delle bugie e della diffamazione”, ha detto l’ex presidente sul social.
L’ex comandante paramilitare colombiano delle Autodifese unite della Colombia (Auc), Salvatore Mancuso, ha accettato la designazione, sottolineando di volerlo fare «affinché le future generazioni non debbano vivere le tremende esperienze e la violenza del passato». In una lettera di accettazione inviata dagli Stati Uniti al capo dello Stato Mancuso, che ha 58 anni ed è figlio di un emigrato italiano da Sapri che gli ha passato la nazionalità, ha ricordato l’avvio 20 anni fa di un negoziato di pace fra le Auc e il governo del presidente conservatore Alvaro Uribe a Santa Fe de Ralito, che non fu mai concluso. Prendendo atto che ora il presidente Petro ha intenzione di portare avanti quel dialogo Mancuso, che ha trascorso un lungo periodo di detenzione negli Stati Uniti, ha confermato la sua totale disponibilità a contribuire al successo degli sforzi del governo. Questo «per raggiungere una pace totale, integrale, assoluta e duratura, che possa essere ereditata da altre generazioni di colombiani che non meritano di vivere ciò che noi abbiamo per incapacità sperimentato». Infine Mancuso ha ribadito di voler rimanere completamente a disposizione della giustizia per raggiungere gli obiettivi di verità, giustizia e non ripetibilità dei reati, e anche di contribuire alla ricerca delle migliaia di desaparecidos della guerra civile colombiana.
Sull’ex capo delle Auc hanno indagato negli anni scorsi le procure di Reggio Calabria e Catanzaro, nell’ambito di operazioni contro la ‘ndrangheta (Decollo e Galloway Tiburon) che hanno portato a decine di arresti in Italia e Colombia. (Ansa)
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