CATANZARO La Calabria «è un territorio complicato, per la presenza della ‘ndrangheta ma anche per la carenza infrastrutturale» e «rischia di essere dimenticata», per questo bisogna puntare sul Pnrr che «è una grande occasione» e bisogna «spendere i fondi pubblici in modo appropriato». Nell’incanto anche struggente della baia di Copanello di Stalettì il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte incontra da vicino tanti volti di “resistenza” alla ‘ndrangheta in Calabria. L’occasione è la nuova tappa itinerante della “Tazzina della Legalità”, creata da Sergio Gaglianese e organizzata in occasione dell’anniversario dell’assalto criminale contro l’Azienda Guglielmo, storico marchio da 80 anni sulla scena imprenditoriale calabrese. Da quel giorno Conte è stato in costante contatto con il management, impersonato da Matteo Tubertini, e ora ritorna al fianco di questa azienda e di tante altre che in Calabria ogni giorno combattono contro una criminalità soffocante e uno Stato spesso assente e in genere debole.
In platea tanti cognomi di “combattenti”, come Garofalo, Saffioti, Bonfà. A loro Conte si rivolge quando racconta: «Un anno fa ho colto l’importanza di non lasciare solo e sfiduciato un imprenditore come Tubertini che ha assunto un rischio di impresa in un territorio così difficile, complicato per la presenza della ‘ndrangheta ma anche per la cardenza infrastrutturale. Chi fa impresa in un contesto così difficile a maggior ragione deve avere il sostegno dello Stato e dei pubblici poteri perché c’è una responsabilità di governo a garantire sicurezza di questa attività imprenditoriale. Ognuno – prosegue il leader M5S – deve fare la sua parte e tutti insieme dobbiamo mirare a un obiettivo facendo da stimolo affinché tutte le istituzioni siano presenti e garantiscano una cintura di sicurezza e legalità». Conte, accompagnato dalla parlamentare e coordinatrice regionale M5S Anna Laura Orrico, ricorda poi «la veemenza con cui a volte portiamo avanti le nostre battaglie perché non possiamo assuefarci al malaffare e alla criminalità organizzata. Noi abbiamo bisogno di poter spendere i soldi pubblici in modo appropriato, le risorse ci sono. Il Mezzogiorno è sempre stato per noi una priorità. Quando siamo stati al governo abbiamo fatto due Cis per la Calabria, uno riguardava anche la Statale 106, poi il nostro governo è finito e spero che quelle opere si facciano, perché c’e n’è bisogno, c’è bisogno dell’alta velocità. Sapete perché la Calabria non interessa e si dedicano più attenzioni alla Lombardia che ha già tanto? Perché è più facile dedicarsi alla Lombardia, che ha 10 milioni di abitanti mentre qui ce ne sono meno di 2 milioni. Qui – rimarca ancora Conte – siete un po’ marginali, quasi una terra di passaggio. Per questo ci vedete scendere sempre più spesso e prendere a cuore la Calabria, nella consapevolezza che rischia di essere un territorio dimenticato dagli uomini, in particolare dagli uomini che hanno delle responsabilità». Per Conte «adesso c’è il Pnrr, è una grande occasione, i fondi ci sono per rilanciare questa terra, bisogna spenderli però non riusciamo a spenderli. Alla fine della fiera se ne spenderanno molti meno di quelli programmati e paradossalmente si spenderanno molto di più in regioni che già hanno tanto rispetto a regioni come la Calabria che hanno molto poco».
Il ragionamento di Conte abbina il tema dello sviluppo alla legalità. «Per M5S la lotta alla corruzione e alla mafia è la nostra stella ispiratrice, nella consapevolezza che il malaffare è pervasivo, mafia, ‘ndrangheta, camorra, “società” foggiana hanno la capacità di penetrare i gangli della società e delle istituzioni e contrastarle non è affatto semplice. Noi cerchiamo di farlo anche sul piano normativo, per questo ci battiamo in modo forte quando si vuole abolire il reato di abuso di ufficio o portiamo avanti battaglie contro lo smantellamento dei presìdi anticorruzione o contro la revisione del reato di concorso esterno di associazione mafiosa. Come si può ragionare da parte del governo in modo così superficiale nei confronti di un reato che da Falcone e Borsellino è stato fondamentale per rischiarare la zona grigia dove si annida la connivenza tra tra borghesia dei professionisti, la politica deviata, gli apparati deviati dello Stato e la ndrangheta e la mafia? Corruzione e mafia vanno di pari passo, non si può combattere la mafia mentre si chiude un occhio sulla corruzione. E visto che si parla di Pnrr – avverte il leader M5S – vedrete che alla fine della fiera, quando inizieranno a venire fuori verifiche giudiziarie, una parte non trascurabile di quei fondi sarà finita nelle mani del malaffare, della criminalità organizzata e dei comitati di affari deviati. E per questo dobbiamo stare attenti, noi politici abbiamo una grande responsabilità: per questo mi avete sentito criticare con durezza la presidente del Consiglio che ha parlato di pizzo di Stato per quanto riguarda il pagamento delle tasse. Noi politici abbiamo una grande responsabilità, curare le parole, dobbiamo parlare di mafia ma in modo appropriato, rigoroso, con responsabilità, per non dare segnali sbagliati». (a. cant.)
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