Arrestato per ‘ndrangheta a 77 anni ma il tribunale lo scarcera
Il caso dell’immobiliarista Alessandro Frescura, finito ai domiciliari e liberato dal Riesame (in attesa delle motivazioni)

GENOVA Alessandro Frescura, 77 anni è un immobiliarista residente fra Genova e Santa Margherita, che da alcuni anni affronta una complicata battaglia per cercare di salvare le società di famiglia proprietari di numerosi appartamenti e locali finiti nel meccanismo stritolatore dei crediti deteriorati. Nelle scorse settimane, racconta Repubblica, è finito agli arresti domiciliari nell’inchiesta “Glicine” della Dda di Catanzaro. C’è rimasto per un mese, continuano le cronache liguri di Repubblica, «con una moglie malata da assistere, prima che un provvedimento del Tribunale del riesame accogliesse la richiesta del difensore di Frescura, l’avvocato genovese Ferdinando Stucci (codifensore l’avvocato Matteo Lacagnina), e lo liberasse pochi giorni fa». L’accusa è concorso esterno in associazione mafiose per incontri che risalirebbero a cinque anni fa. Le motivazioni chiariranno quali siano le ragioni della decisione; per gli avvocati tutto verte «intorno ad una serie di incontri che Frescura avrebbe avuto a Milano con due uomini ritenuti ‘ndranghetisti, Pietro Curcio e Mario Megna, nipote di Mico, considerato il boss della cosca dei papaniciari. La Procura sostiene che Frescura avrebbe offerto la disponibilità di suoi appartamenti e locali in ambio di un aiuto per risolvere problemi crediti con un architetto e un avvocato». I legali spiegano invece che il presunto debito nei confronti dell’architetto era in realtà un credito. E ribaltano la tesi dell’offerta degli immobili ricordando come due società immobiliari controllate dalla famiglia di Frescura, Iri e Ici, «siano finite in un meccanismo infernale: a seguito del mancato pagamento di due rate di mutui la banca cede i debiti di Iri e Ici alla società per la cartolarizzazione di crediti Spv Project 1516». Sarebbe dunque stato impossibile per l’imprenditore mettere a disposizione delle cosche i suoi beni. Per di più, secondo una denuncia parallela alla Procura di Milano le società di Frescura sarebbero state “strangolate” nonostante le ampie garanzie fornite. E il 77enne sarebbe addirittura una parte offesa.