REGGIO CALABRIA «È importante essere presenti anche perché è un esercizio di memoria, un anniversario importante perché si tratta di un servitore dello Stato che nella sua terra ha perso la vita per mano criminale. Sui tempi lunghi, come dico sempre, si tratta di fatti perpetrati molti anni addietro, la cui ricostruzione ci sta richiedendo tempi che sono dovuti ad accertamenti ancora in corso, con attività di particolare natura tecnica per i riscontri. Purtroppo non è facile, anche se è importante, provare a ricostruire ed accertare quanto è avvenuto e le responsabilità». Così si è espresso, rispondendo all’agenzia Dire, il procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, presente a Piale di Villa San Giovanni (RC), alla commemorazione del giudice Antonino Scopelliti, ucciso in un agguato mafioso il 9 agosto del 1991. «Gli accertamenti – ha aggiunto – riguardano l’arma e hanno richiesto un percorso tecnico molto articolato, è una arma di particolare natura, anche per le condizioni in cui è stata rinvenuta. Occorrono delle verifiche che non lascino dubbi, ombre su una ricostruzione deve essere “la ricostruzione”, non una ipotesi». Sono trascorsi 32 anni da quel delitto e in questo anniversario la figlia del giudice Scopelliti, Rosanna, per la prima volta, ha deciso di rimanere in silenzio. «Posso dire a Rosanna Scopelliti – ha concluso – che il nostro sforzo è continuo e proseguirà fin quando avremo uno spiraglio che ci consenta di proseguire gli accertamenti. Non possiamo fare promesse e non sono solito farne, ma – conclude – posso garantire lo sforzo massimo del nostro ufficio».
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