LAMEZIA TERME «Le dimissioni dell’intero collegio dei revisori e del segretario comunale rappresentano un dato di assoluta gravità nella vita di un’amministrazione, tanto più – come nel caso dei revisori – se accompagnate da precise motivazioni legate agli attacchi subiti da parte di componenti dell’attuale maggioranza guidata dal sindaco Paolo Mascaro. In sostanza, vengono meno due importanti presidi di garanzia e controllo nella vita di un’amministrazione, deputati a sovrintendere le attività di un ente pubblico nel segno del rispetto delle norme e a tutela soprattutto del cittadino. Da oggi il Comune di Lamezia Terme è privo di questi organi vitali: il venir meno del collegio dei revisori – poi – assume tratti eclatanti, dal momento che siamo a ridosso della discussione in aula proprio del bilancio». Quelli di Eugenio Guarascio e Lucia Cittadino, consiglieri comunali di Nuova Era sono solo due degli interventi arrivati alle redazioni riguardo all’ammutinamento dei “controllori” del Comune di Lamezia.
Una fuga che ieri è diventata esplicita con le dimissioni di Rocco Nicita, presidente dei revisori dei conti, per i «violenti attacchi verbali scanditi da alcuni componenti della maggioranza nella seduta del Consiglio comunale del 4 agosto scorso». Dopo tre settimane il tecnico ha gettato la spugna, seguito dagli altri due componenti della triade, Lina Cortale e Claudio Dinallo. Salta, dunque, tutto l’organo di controllo. I tempi per il rinnovo sono stretti, visto che il Bilancio va votato entro il 15 settembre e sarà comunque accompagnato dalle notazioni negative firmate dai dimissionari. Navigazione complicata per Mascaro&Co: documento contabile criticato dai controllori, Collegio sul piede di guerra e anche la segretaria generale del Comune, Carmela Chiellino, dimissionaria da settimane.
Un quadro che ha provocato la prevedibile “insurrezione” da parte delle opposizioni. I già citati componenti di “Nuova Era” parlano di «decadenza complessiva che sta vivendo la città in tutte le sue articolazioni». E si sorprendono che «il sindaco, la giunta e la maggioranza non solo non abbiano tratto le conseguenze sulla gravissima situazione» senza «spendere una parola, esprimere una posizione di chiarezza e spiegare ai cittadini cosa sta accadendo». Gennarino Masi, segretario comunale del Partito democratico ritiene che le «dimissioni a catena» siano «il segnale rivelatore della politica fallimentare dell’amministrazione Mascaro, riuscito dal 2015 ad oggi, a collezionare le dimissioni di ben sette segretari comunali, ed ora anche quelle del presidente e di un componente del Collegio dei revisori dei conti (poi divenuti due, ndr), con una giunta comunale senza un assessore». Masi parla di «stile arrogante e politica inconcludente che devono far riflettere la cittadinanza e le forze politiche di maggioranza e di opposizione, ma soprattutto quel ceto politico, consiglieri e assessori, che pur di avere un posto al sole per curare il proprio orticello, dimenticano o trascurano di assolvere ai propri compiti. Le dimissioni sono un atto di coraggio e non di debolezza – spiega –, come comunemente si potrebbe credere, perché indicano a tutti dove si annida la radice del problema o dell’errore». In quella che definisce «sceneggiata da corrida del 4 agosto è mancata quella “moral suasion”, ovvero quella persuasione morale autorevole, che avrebbe dovuto sanare, prima del consiglio, tutte le spigolosità o i pareri discordi in una sintesi unitaria per il bene supremo della città». Comportamenti che «isolano ancora di più la città, riducendo tutto ad una specie di lite tra comari, evidenziando un’amministrazione agonizzante, che rischia di trascinare con sé e di travolgere una città che, ormai da troppo tempo, merita una nuova stagione di buona politica e di sana amministrazione».
Rosario Piccioni, consigliere comunale di “Lamezia Bene Comune” parla di «estate terribile» per l’amministrazione Mascaro. Ed esprime «solidarietà al presidente Nicita per i violenti attacchi verbali ricevuti nell’ultimo consiglio comunale da parte di alcuni esponenti della maggioranza». «Nicita – spiega – insieme a tutto il collegio dei revisori, si è distinto in questi anni a servizio del nostro Comune per professionalità, rigore e senso delle istituzioni» che invece mancherebbe all’amministrazione Mascaro e «ai pochissimi della sua maggioranza che ancora lo sostengono». La maggioranza chiederebbe soltanto «di “non disturbare il manovratore”: quando un organo terzo e imparziale come il collegio dei revisori esprime dei rilievi e rompe il gioco della propaganda, ecco che Mascaro e i suoi rispondono con gli attacchi verbali». Poco conta che Nicita sia «sempre lo stesso presidente del Collegio dei Revisori che per anni ha espresso parere favorevole ai vari atti sottoposti, a partire dai bilanci. Ricordo in passato grandi apprezzamenti nei suoi confronti espressi da Mascaro e dalla sua maggioranza. Dunque il giudizio cambia in base al tipo di parere espresso? Siamo veramente all’assurdo».
«L’attacco al presidente del Collegio dei Revisori, nel contesto del consiglio comunale, è – per Piccioni – un’offesa all’intera istituzione e una ferita democratica. Chi ha rivolto gli attacchi, sicuramente pochissimi esponenti dell’attuale maggioranza di Mascaro, dovrebbe chiedere scusa pubblicamente. Da parte nostra, con il senso di responsabilità che ci ha sempre contraddistinto in questi anni, chiediamo al presidente Nicita di ritornare sui suoi passi per il bene della città: la fase amministrativa è molto delicata e in vista dell’ormai imminente discussione sul bilancio preventivo, per l’intero Consiglio Comunale è fondamentale avere il supporto di un organo tecnico nel pieno delle sue funzioni».
Anche Mimmo Gianturco e Rosy Rubino parlano di «fatto gravissimo. Questa amministrazione – dicono in una nota – sta portando la città al disastro e all’isolamento istituzionale. Interrompere immediatamente questa nefasta consiliatura e permettere ai cittadini di tornare al voto». Tornando agli attacchi che hanno portato alle dimissioni di Nicita, Gianturco e Rubino aggiungono che «anche il sindaco Mascaro in successivi interventi sulla stampa ha continuato a buttare benzina sul fuoco rimarcando posizioni estremamente divergenti tra Collegio dei Revisori e amministrazione comunale. La raffica di dimissioni rileva, per i due consiglieri comunali, «la mancanza di sinergia e di rispetto verso le istituzioni da parte di questa amministrazione comunale sempre pronta a creare preoccupanti scontri anche con le diverse figure di garanzia che sono indispensabili per la vita dell’Ente. La conseguenza è un isolamento crescente dell’ente comunale e di conseguenza della città di Lamezia Terme che, invece, dovrebbe costituire il centro propulsivo dell’intera Regione Calabria. In un contesto normale e in qualunque altra città del mondo, vicende come questa, porterebbero alle dimissioni immediate da parte del sindaco e dell’intera giunta comunale ma quando manca la consapevolezza politica come nell’attuale giunta Mascaro, invece, si antepone la tutela delle singole posizioni personali al bene delle città. Bisogna interrompere subito questa nefasta consiliatura e permettere ai cittadini di tornare al voto». (redazione@corrierecal.it)
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