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l’intervista del Corriere della calabria

Asp di Cosenza, Graziano: «Nessun regalo a Bff, la transazione ha permesso di risparmiare milioni di euro»

Il direttore generale dell’azienda sanitaria sgonfia il “caso”. «Operazione trasparente, l’abbiamo inviata anche alla Corte dei Conti»

Pubblicato il: 27/07/2024 – 16:46
di Fabio Benincasa
Asp di Cosenza, Graziano: «Nessun regalo a Bff, la transazione ha permesso di risparmiare milioni di euro»

COSENZA «La transazione da 39 milioni di euro dell’Asp di Cosenza non è l’unica in Calabria, l’Asp di Reggio Calabria ne ha effettuato una per una importo addirittura superiore». Il Direttore Generale dell’Asp di Cosenza, Antonio Graziano – in una lunga intervista al Corriere della Calabria – si sofferma sul “caso” della milionaria transazione tra Asp di Cosenza e Bff Bank e spiega nel dettaglio quali sia stato l’iter di verifica della somma, comprensiva di interessi. «La transazione è stata inviata alla Corte dei Conti, al Collegio Sindacale, al Commissario ad Acta della Regione Calabria, un’operazione fatta in pienissima trasparenza». «Su questa pratica Bff ha inserito quasi 10 milioni di titoli di anticipo di interessi. La sorte capitale da 44 milioni è stata verificata dagli uffici finanziari della Regione, dalla nostra Asp e anche dagli advisor regionali», continua Graziano che bacchetta anche il senatore Nicola Irto. «E’ un po’ disinformato, ho appreso dagli organi di stampa di una sua dichiarazione dove sostiene che quei 39 milioni di euro potessero servire a finanziare l’assunzione dei medici. Magari potessimo fare questo», precisa il Dg dell’Asp cosentina.

Il processo «rigoroso» di verifica e gli interessi

Graziano sottolinea la bontà dell’azione della Asp che dirige. «Il processo di verifica è stato molto rigoroso, è durato diversi mesi, molte partite sono state già pagate. Vorrei ricordare che non è la prima transazione fatta con Bff, un’altra era stata fatta nel 2017 però stranamente in quella transazione furono pagati 3 milioni di interessi, ma rimase la sorte capitale che poi ha generato ulteriori interessi. Anche lì ci fu una fattura di quasi 450 mila euro». Non si può parlare di sperpero di risorse? «Assolutamente no, aggiungo che c’è un’altra voce legata all’articolo 6 comma 2 del decreto legislativo 231 del 2002, in base alla quale per ogni fattura pagata in ritardo dobbiamo pagare 40 euro. Nella nostra transazione c’erano migliaia e migliaia di fatture. Abbiamo fatto i conti, dovremmo sborsare quasi 1 milione e 200 mila euro per queste fatture». Il direttore generale cita un altro esempio, dove viene avanzata la richiesta di pagamento di oltre 7 milioni di euro. «Un commissario ad acta ha mandato una comunicazione con la quale ci invita a pagare una somma di 7 milioni e 400 mila euro per alcuni interessi su un debito che noi avevamo già onorato quasi totalmente. Si tratta di un debito del 2008 che ammontava a 16 milioni di euro, noi l’abbiamo pagato nel 2015, ma dopo sette anni era rimasta una somma di 700mila euro ancora da versare. Questi sette anni di ritardo, dal 2008 al 2015, ci costeranno quasi 7,5 milioni di euro».
Il Dg prosegue la sua analisi tornando sulla transazione. «Non abbiamo regalato danari a Bff, da quando mi insediato (maggio 2022, ndr) gli uffici hanno iniziato a pagare. Nel 2023 avevamo già pagato di quei 45 milioni, già 30 milioni. Sono rimasti 15 milioni di sorte capitale da saldare, tuttavia gli interessi ormai erano maturati e cristallizzati».

La transazione e la «mistificazione»

Graziano traccia un bilancio e guardando al futuro si mostra incerto sul ricorso a nuove transazioni. «La speculazione, la mistificazione, la strumentalizzazione hanno portato a trasformare uno strumento di crescita per l’azienda in un mostro. Grazie alla transazione, l’azienda sanitaria provinciale di Cosenza ha risparmiato diversi milioni di euro, contrariamente a quello che si dice». Resta aperto il fronte dei crediti del passato. Il Dg smentisce qualsiasi indagine della Guardia di Finanza. «Sono venuti da noi, per problematiche legate a Bff. Solo a titolo di informazione. Chi dice e scrive che sarebbero stati messi in discussione i documenti che abbiamo presentato, mente. Sono notizie false».

Asp-Cosenza
La sede dell’Asp di Cosenza

I bilanci

L’eterno ritorno del nodo bilanci. Finiti al centro di numerose inchieste avviate dalla procura di Cosenza, hanno disvelato la presenza di conti ufficiali ed ufficiosi, riempiti di dati e numeri tramandati oralmente, doppie fatture ai quali si aggiunge anche «l’occultamento di una preponderante quota del contenzioso legale». Insomma un buco nero. «Questa azienda non aveva bilanci da oltre 10 anni. Erano stati bocciati dai commissari ad acta. Appena arrivato redigo subito il consuntivo del 2022, grazie alla cooperazione dell’ufficio finanziario e dell’ufficio legale, riesco ad ottenere l’approvazione chiudendo il 2022 con oltre 2,5 milioni di utile». Il 2023 abbiamo approvato il bilancio consuntivo ed ho ottenuto il parere favorevole del Collegio dei revisori. Questa azienda oggi ha i conti in ordine, abbiamo implementato i servizi, abbiamo fatto assunzioni, oltre 1.100 assunzioni fatte in due anni». Nella chiosa il direttore generale dell’Asp di Cosenza, Antonio Graziano, si toglie qualche sassolino dalle scarpe. «Rifarei tutto. Gli altri non hanno pagato, hanno ignorato i pagamenti e abbiamo ereditato questo disastro. Io ho cercato di bloccare queste emorragia».(f.benincasa@corrierecal.it)

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