Rinascita Scott, Pittelli parla in aula: «Mai richieste illecite da parte di Luigi Mancuso» – VIDEO
I consigli (non ascoltati) al boss di costituirsi alle forze dell’ordine, lo stato di agitazione dopo le richieste di denaro da parte di Giamborino e Gallone, la vicenda Delfino e la «vita devastata»

LAMEZIA TERME «Non ho mai chiesto nulla di illecito a Luigi Mancuso e Luigi Mancuso non ha mai chiesto nulla di illecito a me». Mezz’ora, tanto sono durate le spontanee dichiarazioni rese in aula bunker a Lamezia Terme questa mattina dall’avvocato Giancarlo Pittelli, imputato eccellente del maxi processo Rinascita Scott. L’accusa più pesante che grava su di lui è quella di concorso esterno in associazione mafiosa. Pittelli parla spontaneamente, anche se non si è mai voluto sottoporre a esame, per la seconda volta durante il processo. A difenderlo c’è Giandomenico Caiazza, presidente dell’Unione camere penali. Alle sue spalle i rappresentanti della camera penale di Catanzaro.
Giancarlo Pittelli, occhiali scuri e un vestito chiaro, racconta di avere consigliato a Luigi Mancuso, quando il boss si era reso irreperibile, di costituirsi ma Manucuso non ascoltò il suo consiglio.
L’audio delle dichiarazioni di Pittelli
Quando Andrea Mantella cominciò a collaborare con la giustizia, racconta ancora Pittelli, l’avvocato chiese a Giovanni Giaborino, braccio destro del boss Mancuso, se il suo capo avesse qualcosa da temere dal pentito e questi gli rispose di no.
L’imputato ha parlato dello studio legale associato che aveva realizzato a Roma insieme ad altre persone ma quando è partita l’inchiesta dell’ex pm Luigi De Magistris i soci si sono dileguati lasciandogli in mano “il cerino” del mantenimento economico dello studio.
Per quanto riguarda i suoi rapporti col boss di San Gregorio D’Ippona, Saverio Razionale, Pittelli ha raccontato di averlo incontrato di nuovo dopo 20 anni, come risulta dalle intercettazioni.
Così come dopo molti anni ha avuto nuovi rapporti con Giovanni Giamborino e Pasquale Gallone, personaggi operativi di Luigi Mancuso. Giamborino non lo vedeva da così tanto tempo, dice Pittelli, da non ricordare dove si trovasse il suo studio. Raggiunto in infine a Catanzaro dai due soggetti, questi gli hanno chiesto del denaro per conto di Basile. Una cifra che Pittelli non aveva, una richiesta che, dice Pittelli, lo lasciò stupito e anche «in uno stato di agitazione» vista la provenienza delle richieste.
Per quanto riguarda la vicenda che lo vede implicato insieme all’imprenditore Rocco Delfino, Giancarlo Pittelli riferisce che Delfino gli venne presentato da Luigi Mancuso per una pratica. E quando, mesi dopo, il boss si fa sentire per avere novità su questa pratica, lui gli ha risposto che non si poteva fare niente perché «il prefetto di Teramo non è uno stupido».
L’imputato racconta che questa inchiesta nella quale è uno dei principali accusati, gli ha «devastato la vita familiare e professionale”. Caiazza ha chiesto l’assoluzione di Pittelli «per insussistenza dei fatti». (a.truzzolillo@corrierecal.it)