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Salme spostate nel cimitero, tra gli indagati un sacerdote e il sindaco di Oppido Mamertina

Il comandante Migliozzi al Corriere della Calabria: «Sequestrati beni per 4 milioni e mezzo». Indagine partita dalla denuncia di un cittadino

Pubblicato il: 15/09/2023 – 8:43
Salme spostate nel cimitero, tra gli indagati un sacerdote e il sindaco di Oppido Mamertina

COSENZA Un vero e proprio sodalizio criminale che gestiva in modo illecito il cimitero di Cittanova, nel Reggino. L’operazione dei carabinieri che stamattina ha portato all’esecuzione di 16 arresti (4 in carcere e 12 ai domiciliari) ha svelato un sistema di “gestione parallela” a quello dell’Ente locale. Gli indagati, che sono più di 70 tra le province di Reggio Calabria, Milano e Vicenza, avrebbero proceduto per anni ad estumulazioni non autorizzate, distruggendo o spostando in altri loculi le salme dei defunti, per far posto a nuove sepolture. L’intera area cimiteriale è stata posta sotto sequestro. Oltre all’ex gestore del cimitero di Cittanova e a tre imprenditori tra gli arrestai figurano 5 medici legali, tre agenti della polizia locale e un sacerdote. Uno dei medici posti ai domiciliari è l’attuale sindaco di Oppido Mamertina. L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Reparto operativo e del Gruppo di Gioia Tauro, ruota attorno alla figura di Salvatore Ligato detto “Franco”, di 68 anni, l’ex custode, oggi in pensione, del cimitero di Cittanova per il quale il gip Francesco Petrone ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta del procuratore di Palmi Emanuele Crescenti. In carcere sono stati portati anche tre imprenditori locali, amministratori di due imprese di onoranze funebri: Francesco Galluccio (61), Serafino Berlingeri (56) e Antonino Albanese detto “Antonello” (60). Ai domiciliari è finito un sacerdote, don Giuseppe Borelli (80), ex arciprete della parrocchia di San Girolamo. La stessa misura cautelare è stata disposta per tre agenti della polizia locale, Maria Cutrì (47), Francesco Falleti (62) e Vincenzo Ferraro (66), per il titolare di un’impresa funebre Francesco Curulla (68), per il custode del cimitero Girolamo Franconeri (61), per il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Cittanova Salvatore Foti (42) e per cinque medici legali dell’Asp di Reggio Calabria, Osvaldo Casella (66), Domenico Mazzaferro (62), Arcangelo Padovano (62), Antonio Russo (66) e Bruno Barillaro (67). Quest’ultimo è anche sindaco del Comune di Oppido Mamertina.
A far partire l’indagine dei carabinieri è stata la denuncia di un cittadino che recatosi al cimitero di Cittanova non ha più trovato il loculo di un suo caro. Intervistato dal Corriere della Calabria, il comandante del gruppo dei carabineri di Gioia Tauro Gianluca Migliozzi, ha parlato dei dettagli dell’operazione di stamattina. «Possiamo dire che questo custode – ha detto il comandante Migliozzi – facilitava i cittadini nella scelta del loculo. In pratica l’intera cittadinanza si rivolgeva a lui e non all’ente comunale». I tre imprenditori titolari di due agenzie funebri poste sotto sequestro «eseguivano operazioni illecite anche attraverso documenti non in regola».

Il comandante Gianluca Migliozzi

Sul sequestro del cimitero il comandante Migliozzi rivela che non ci saranno «conseguenze, il regolare svolgimento delle tumulazioni proseguirà senza problemi. Il sequestro riguarda soprattutto alcuni beni mobili e immobili delle persone fermate per un valore stimato di 4 milioni e mezzo di euro». Tra gli indagati, come anticipato, figura anche un sacerdote a riposo. «Esistevano cappelle gentilizie di proprietà della Curia – ha dichiarato il comandante Migliozzi – passate al patrimonio comunale da 15 anni. Il sacerdote, pur essendo a riposo, continuava ad essere il referente di queste cappelle e i cittadini si rivolgevano a lui per avere i loculi anziché al comune». Migliozzi evidenzia come nell’operazione siano stati coinvolti anche alcuni medici legali dell’Asp di Reggio Calabria che «richiedevano il rimborso spese per attività illecite. Tra le varie cose, effettuavano dei sopralluoghi che non dovevano essere eseguiti». (fra.vel.)

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