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la ‘ndrangheta confederata

“Reset”, in aula bunker gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato

Questa mattina, nell’aula bunker, gli imputati che hanno optato per il rito alternativo. Molti sarebbero figure apicali della ‘ndrangheta

Pubblicato il: 18/09/2023 – 7:40
“Reset”, in aula bunker gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato

LAMEZIA TERME L’aula bunker di Catanzaro ospita – questa mattina – l’udienza preliminare in cui saranno discusse le posizioni degli imputati nel procedimento scaturito dall’inchiesta “Reset“, condotta dalla Dda di Catanzaro, che hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. Si tratta del 50% circa delle persone finite al centro dell’inchiesta che ha fatto luce sulla presunta presenza di una “Confederazione” di ‘ndrangheta cosentina formata da sette diversi gruppi criminali. Molti dei soggetti, giudicati con il rito alternativo, sono considerati figure apicali della ‘ndrangheta cosentina riconducibile al clan degli “Italiani” e alla famiglia degli Abbruzzese, meglio conosciuta come “Banana”. Tra i nomi, spiccano quelli di Francesco Patitucci, Michele Di Puppo, Umberto Di Puppo, Adolfo D’Ambrosio, Mario Piromallo detto “Renato”, Antonio Illuminato. I pentiti Roberto Porcaro e Ivan Barone.
Diversi anche i componenti del clan degli “Zingari” di Cosenza come i fratelli “Banana” Luigi Abbruzzese e Marco Abbruzzese e poi Fiore Bevilacqua detto “Manu Mozza” e Antonio Abruzzese detto “Strusciatappine”. Nell’elenco figurano anche alcuni storici boss della mala bruzia: Ettore Lanzino, Gianfranco Ruà, Gianfranco Bruni. L’accusa sarà rappresentata dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dai pm Vito Valerio e Corrado Cubellotti.

Le nuove accuse di favoreggiamento ai boss ergastolani

Con la chiusura dell’inchiesta è stato contestato ai boss ergastolani Gianfranco Ruà e Gianfranco Bruni il favoreggiamento nei confronti del capo delle cosche “confederate” Francesco Patitucci. Ruà e Bruni avrebbero reso, secondo l’accusa, in Assise, lo scorso anno, false dichiarazioni sul duplice omicidio di Marcello Gigliotti e Francesco Lenti, avvenuto nel febbraio del 1985 a Rende.
Ruà e Bruni, «nel corso del processo», avrebbero resto «dichiarazioni escludenti la responsabilità» di Patitucci, aiutandolo a «eludere le investigazioni circa il suo coinvolgimento nella vicenda omicidiaria». In particolare, Ruà in una udienza del marzo 2021, «in sede di confronto» con l’altro imputato Franco Pino, ex capomafia di Cosenza, avrebbe reso «dichiarazioni mendaci». Pur autoaccusandosi, «per la prima volta dopo la sua condanna in primo grado», di aver partecipato al duplice omicidio, avrebbe alterato «la ricostruzione dei fatti e l’individuazione dei soggetti coinvolti» per «accapponare «dalla medesima accusa Francesco Patitucci». 

Le richieste di abbreviato condizionato

Sono 8, invece, gli imputati che hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato condizionato. Si tratta di Giuseppe CaputoMarco Tornelli (all’acquisizione dei provvedimenti di revoca dei programmi di protezione dei collaboratori Paura Marco e Noblea Francesco); D’Elia Cesare (all’esame del collaboratore Bruzzese Franco, la cui audizione risulta necessaria al fine di confermare o negare il dato, emerso dal compendio investigativo, che sia stato proprio il collaboratore a “battezzare” l’imputato presso la casa circondariale dove erano entrambi reclusi), Bertoldi Massimo (all’acquisizione di consulenza fonica di parte, nonché all’esame di Campolongo Gianluca e Scarcello Angelo), Morrone Alessandro (cl. 88) (al controesame del collaboratore Barone Ivan); Curcio Francesco (all’escussione di Guido Daniele); Bracciaforte Aurelia (all’esame di Russo Giuseppe, parte offesa del reato di usura); Bevilacqua Cosimo (all’esame del pentito Porcaro Roberto).
Ha scelto invece il giudizio immediato, l’ex sindaco di Rende Marcello Manna: sarà giudicato separatamente il 2 ottobre 2023. (f.b.)
(redazione@corrierecal.it)

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