CROTONE Si arricchisce il confronto sul progetto proposto dall’imprenditore abruzzese Guglielmo Maio di realizzare a Crotone, in località Giammiglione, una nuova mega discarica. I consiglieri regionali del Partito democratico Ernesto Francesco Alecci e Domenico Bevacqua, capogruppo dem, hanno presentato una interrogazione al presidente della giunta regionale calabrese, Roberto Occhiuto. In premessa i due rappresentanti del Pd fanno la cronistoria del progetto proposto da Maio, a ridosso del centro abitato di Crotone. “Nel lontano 2009 – scrivono i due consiglieri – è stata presentata istanza Via e Aia” e “con DDG n. 5066/2010 e DDG n 9549/2012 venivano esitati pareri negativi”. Contro questi pareri l’imprenditore proponente il progetto presentava ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Calabria, “che li annullava nel 2011 e nel 2012”. La sentenza del Tar Calabria è stata appellata dalla Regione con un ricorso al Consiglio di stato, che nel 2012 confermava il giudizio del Tar. Nel 2016 “la Struttura tecnica di valutazione (Stv) – scrivono i due consiglieri – esprimeva parere favorevole alla realizzazione della discarica (cambiando così la posizione iniziale, ndr) a condizione che la stessa fosse destinata “al conferimento di rifiuti speciali derivanti dalla bonifica del Sito di interesse nazionale (Sin Crotone, Cassano e Cerchiara)””. La soluzione proposta dalla Stv era quella di usare la discarica di Giammiglione per il conferimento di un milione di metri cubi di veleni, attualmente stipati nella discarica fronte mare, realizzata alla fine degli anni 90 da Eni nota con il nome della “Passeggiata degli innamorati”. Anche contro la soluzione prospettata dalla Stv, Maio ha proposto un ricorso al Tar (2020) e nel 2021, un ennesimo ricorso al Consiglio di stato, “ha annullato il provvedimento”. Sempre nel 2021 il progetto di realizzare la discarica a Giammiglione ha avuto il via libera dall’Autorità di bacino dell’Appennino meridionale. Nel 2021 è stata anche convocata una Conferenza dei servizi “e a breve, il richiedente potrebbe convocare una Conferenza dei servizi decisoria”. In questo caso sarebbe difficile contrastare la realizzazione dell’opera, che rischia di trasformare la città di Crotone come la pattumiera della Calabria in quanto si aggiungerebbe ad altre discariche esistenti e a impianti di lavorazione dei rifiuti. “Il progetto – si legge nell’interrogazione – prevede di realizzare una discarica per rifiuti speciali che potrebbero arrivare da tutta la Calabria” e “la realizzazione della discarica avrebbe ripercussioni anche sul traffico veicolare nella S.S. 106 Jonica”. In sostanza a Crotone potrebbero arrivare tutti gli scarti della lavorazione dei rifiuti differenziati della Calabria, considerato che in nessuna altra provincia calabrese sono state realizzati impianti e non ci sono progetti finalizzati a questo scopo. Non si capisce perché la scelta sia caduta su Crotone visto che “nei piani regionali dei rifiuti, a partire dal 2005, non emergono le indicazioni che gli enti locali dovrebbero dare rispetto all’idoneità dei siti e, sempre al 2005, risale l’indicazione generica del commissario per l’emergenza ambientale rispetto a Giammiglione che poteva genericamente essere idonea alla costruzione di una discarica per conferire i rifiuti Sin”. I due non lo scrivono, ma nel 2019 la Conferenza dei servizi decisoria ha deciso che i rifiuti Sin devono essere smaltiti fuori dal territorio della Calabria, decisione confermata da un’altra Conferenza dei servizi tenutasi a febbraio dell’anno in corso. Il progetto, poi, viene presentato per un’indicazione generica e l’iter è andato avanti senza tenere conto degli sviluppi intercorsi. Cose calabresi. “La deliberazione della giunta regionale n. 327/2017 – continuano i due – ha istituito il livello di pressione della localizzazione dei siti per la costruzione delle discariche rispetto ai criteri la discarica non potrebbe essere autorizzata e costruita”. Eppure il procedimento non si blocca. Continuando, sottolineano: “Il fattore di pressione, oggetto in Parlamento di una proposta di modifica all’articolo 195 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, concernente l’introduzione del fattore di pressione tra i criteri di valutazione per la localizzazione delle discariche, risulta essere per la provincia di Crotone pari a 6.000 metri cubi su chilometro quadrato dato di per sé allarmante”. Inoltre “c’è anche da tenere presente che sul sito graverebbero vincoli alluvionali, archeologici e coltivazioni agricole e l’area è attraversata dal torrente Giammiglione per 600 metri pari a 6.000 metri cubi su chilometro quadrato, dato di per sé allarmante”. Se lo stesso dato avesse riguardato la realizzazione di una fabbrica che prevedeva di dare lavoro a centinaia di persone, probabilmente il no sarebbe stato netto a causa dei vincoli. I due “interrogano il presidente della giunta regionale per sapere se corrisponde al vero” quanto da loro esposto nell’interrogazione e “per chiarire quale urgenti iniziative politiche e amministrative intende mettere in atto per scongiurare la realizzazione del progetto nei termini sopra esposti”. L’interrogazione presentata oggi era stata annunciata nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Crotone, che aveva visto la partecipazione dei due rappresentanti dell’assise regionale. Sempre a Crotone, nel corso della festa provinciale de l’Unità, è stato detto che sul progetto della discarica di Giammiglione il Pd chiederà la convocazione di un apposito consiglio regionale. Sulla vicenda della discarica di Giammiglione oggi è intervenuto anche il sindaco di Crotone, Vicenzo Voce, che ha ribadito la sua contrarietà alla realizzazione del progetto.
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