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Napolitano, anche il Papa alla Camera ardente – LA DIRETTA

La Russa riceve Mattarella in Senato. Martedì i funerali di Stato

Pubblicato il: 24/09/2023 – 10:00
Napolitano, anche il Papa alla Camera ardente – LA DIRETTA

La camera ardente del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano è stata aperta oggi alle 10 al Senato alla presenza del presidente della Repubblica Mattarella e del presidente del Senato La Russa.
Il presidente della Repubblica era accompagnato dalla figlia Laura. Mattarella si è intrattenuto pochi minuti davanti al feretro e ha salutato i familiari. All’uscita è stato accolto da un lungo applauso dei passanti. Quindi l’arrivo della premier Giorgia Meloni. Accompagnata dal presidente del Senato Ignazio La Russa, si è intrattenuta davanti alla salma e ha scambiato alcune parole con il figlio Giulio.

Dalle 11 l’accesso sarà aperto a tutti fino alle 18 e poi dalle 10 alle 16 di lunedìIntorno alle 9 è arrivato il feretro a Palazzo Madama.
I funerali del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano si svolgeranno martedì prossimo alla Camera con una cerimonia laica. Il sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano ha disposto che per Napolitano si celebrino le esequie di Stato. Non sarà così necessario convocare un Cdm straordinario. il giorno delle celebrazioni delle esequie di Stato sarà dichiarato lutto nazionale.
“Le esequie di Stato civili del Presidente Napolitano si terranno martedì 26 settembre, alle ore 11:30, nell’Aula della Camera dei Deputati – Palazzo Montecitorio, e saranno trasmesse in diretta televisiva su Rai 1 e su maxi-schermi appositamente predisposti in Piazza del Parlamento”, avvisa una nota di Palazzo Chigi.

Il Papa alla camera ardente di Napolitano

Asorpresa alla camera ardente per Napolitano è arrivato Papa Francesco. Mentre la folla continuava ad entrare in sala Nassiriya di Palazzo Madama per rendere omaggio all’ex capo di Stato, l’auto del Papa è stata parcheggiata davanti all’ingresso di Palazzo Madama. Gli assistenti parlamentari sono arrivati subito per portare una sedia a rotelle per fare entrare il Santo Padre più comodamente dall’ingresso di corso Rinascimento. Una volta entrato, Papa Francesco si è però alzato per salutare i familiari e rendere omaggio al feretro dell’ex capo di Stato.

Re Carlo a Mattarella: “Napolitano dedicò la sua vita alla democrazia”

“Caro Signor Presidente, ho appreso con grande tristezza della morte del Presidente Napolitano. È stato un servitore dello Stato devoto che ha dedicato la sua vita e la sua carriera alla promozione della democrazia”. E’ il messaggio che re Carlo III ha inviato a Sergio Mattarella. “Ricordo con grande affetto – afferma Carlo III – il nostro incontro durante la mia visita a Roma nel 2009 e, in particolare, l’amicizia che esisteva tra il Presidente Napolitano e mia madre, Sua Maestà la Regina Elisabetta II. I miei pensieri e le mie preghiere sono rivolti alla famiglia del Presidente Napolitano e al popolo italiano in questo momento”.

Gentiloni: “Uno straordinario europeista”

“È stato uno straordinario europeista ha sempre avuto l’idea che lo sviluppo e la forza dell’Italia sarebbero stati possibili in un orizzonte europeo. La sua è stata una grande lezione” . Lo ha detto il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni uscendo dalla camera ardente di Giorgio Napolitano.

“Re Giorgio” dal Pci al Colle. il primo presidente eletto due volte

Ci lascia l’uomo delle riforme a tutti i costi, napoletano di gran classe, elegante e “pignolo”, come egli stesso si è definito. Attento ad ogni dettaglio, lavoratore instancabile, profondo conoscitore della vita parlamentare e delle dinamiche politiche dell’intera storia repubblicana. Sempre accompagnato con discrezione dalla moglie Clio, Giorgio Napolitano ha iniziato il suo primo settennato al Quirinale, nel 2006, gioendo per la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio di Berlino e ha concluso i quasi due anni del secondo mandato con qualche rimpianto per non essere riuscito a vedere del tutto compiuti quei cambiamenti istituzionali per i quali tanto si è speso.
Ma soprattutto “re Giorgio” ha dovuto affrontare quello che in molti considerano il periodo più buio degli ultimi 50 anni, navigando a vista tra gli scogli di una durissima crisi economica. E lo ha fatto con una convinzione incrollabile: che l’Italia avesse bisogno di stabilità politica. In nome di questo principio ha cercato sempre di evitare scioglimenti anticipati della legislatura. Certamente il momento peggiore – che ha coniugato amarezza personale e preoccupazione istituzionale – è stato il suo coinvolgimento indiretto nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia con l’eccezionale deposizione alla Corte di Palermo salita in trasferta al Quirinale.

Quella di Napolitano non è stata infatti una presidenza leggera, né facile. Ma ha mantenuto sempre l’impegno preso il 15 maggio del 2006 quando da neo-presidente promise solennemente davanti alle Camere che non sarebbe mai stato il capo dello Stato della maggioranza che lo aveva eletto, ma che avrebbe sempre guardato all’interesse generale del Paese. E così è stato, visto che dopo essere salito sul Colle più alto della politica italiana con i soli voti del centrosinistra, ha chiuso il primo settennato con l’aperto sostengo del centrodestra.
Un sostegno che si è via via raffreddato durante lo storico bis nel 2013 al Quirinale che ha visto Silvio Berlusconi condannato e spesso i suoi all’attacco politico del presidente. L’elezione del 2006 non era per niente scontata. La sua provenienza dal Pci lo faceva guardare con sospetto dal centrodestra berlusconiano. Ma il fatto di essere il primo dirigente comunista a diventare presidente della Repubblica non ha impedito al Cavaliere di riservargli, dopo poco, pubbliche lodi. Fino alla richiesta di far restare lui al Quirinale per superare quella turbolenta fase politica. Un Parlamento annichilito, dopo aver bruciato nel segreto dell’urna calibri come Franco Marini e Romano Prodi gli consegnò di nuovo lo scettro del Colle, inondandolo di applausi mentre Napolitano teneva nell’aula di Montecitorio un discorso durissimo nei confronti di un’intera classe politica. (Ansa)

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