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A Catanzaro “Bambini e città, esempi di progettazione partecipata”

Lions Club Catanzaro Host e Unicef Calabria al convegno organizzato al Comune. Il monito alla politica: ricostruire spazi di aggregazione sociale

Pubblicato il: 29/09/2023 – 17:06
A Catanzaro “Bambini e città, esempi di progettazione partecipata”

CATANZARO I bambini sono cittadini a tutti gli effetti e hanno il diritto di vivere in un ambiente che sia a misura delle loro esigenze, e sono grado di contribuire in modo significativo alla progettazione e alla trasformazione delle città. La progettazione partecipata con i bambini può essere un’occasione preziosa per promuovere la cittadinanza attiva e la partecipazione democratica. Parte da questi interessanti spunti la riflessione a più voci sviluppata nel corso del convegno realizzato dall’organizzazione di volontariato “Madre Teresa una matita nelle mani di Dio”, presieduta da Rosetta Badolato, sul tema “Bambini e città, esempi di progettazione partecipata”, che si è tenuto nei giorni scorsi nella Sala Concerti di Palazzo de Nobili, a Catanzaro, con la partecipazione del Lions Club Catanzaro Host e del Comitato regionale Unicef Calabria. All’incontro hanno partecipato anche i rappresentanti di diversi istituti scolastici della provincia, oltre che il sindaco di Gimigliano Laura Moschella e la delegata del sindaco di Soverato, la consigliera Rosaria Fazzari. Il convegno, moderato da Domenico Gareri, è stato aperto dai saluti del sindaco Nicola Fiorita che ha riconosciuto come la città di Catanzaro non sia ancora a “misura di bambino” ma “l’amministrazione vuole aprirsi a questa esperienza e raccogliere la sfida di costruire una città che tiene conto delle esigenze e dei bisogni dei bambini”. Ma, ancora una volta, è stata la relazione articolata e intensa del dottor Giuseppe Raiola, Direttore dell’Unità operativa complessa di Pediatria e direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Azienda ospedaliera-universitaria “Renato Dulbecco” e presidente del Comitato Unicef Calabria, ad offrire una fotografia della situazione da cui ripartire per costruire percorsi comuni di progettazione nell’interesse dei bambini. Il ragionamento di Raiola parte dalla considerazione che “oggi apparteniamo ad una società investita dalla globalizzazione in cui si è anche assistito alla globalizzazione dell’indifferenza; una società che oramai ha rinunciato al rispetto dei diritti umani, ai diritti ai minori, ai più fragili e sempre più si connota come un albergo fatiscente di civiltà sfiancate ed inerti”. Ma sono i dati ISTAT, sostenuti dal rapporto Caritas 2022 che richiamano l’attenzione su quello che non è stato fatto per “essere dalla parte dei bambini” e quindi sul fallimento della politica. Raiola ricorda che nel nostro Paese ci sono 1 milione e 400 mila bambini e ragazzi, circa 2 milioni di famiglie, per un totale che si avvicina oramai ai 6 milioni d’individui che vivono in povertà assoluta, ossia sono impossibilitati a sostenere quelle spese minime per condurre una vita accettabile o, meglio, per sopravvivere. “Essere poveri non è solo un aspetto economico, ma anche quello di minori opportunità verso servizi e risorse – spiega ancora Raiola -. I minori colpiti dalle diseguaglianze economiche (un modo elegante e meno diretto di dire povertà), sono poveri di tutto, anche di salute, oltre che di accesso all’istruzione”. E la politica? “Abbiamo assistito ad alcuni interventi populistici, di sicuro effetto mediatico che hanno distrutto in pochissime ore, quanto di buono che, se pur tra mille difficoltà, si era riusciti a creare – conclude -. Non ci resta che ammettere il fallimento, il fallimento di tutti quelli che avremmo dovuto difendere i propri bambini, il fallimento di tutti quelli che avrebbero dovuto garantire loro equità di vita, equità di opportunità, equità di salute e cure”. “Un progetto come quello odierno, che si occupa e si preoccupa di interrogarsi sul futuro dei bambini merita ogni attenzione, e per questo mi complimento con l’associazione “Madre Teresa” che è promotrice di questo evento e stimola la nostra riflessione – ha esordito il presidente del Lions Club Catanzaro Host, Danilo Iannello. Cosa si può fare in merito? Credo che la sensibilizzazione sia il primo passo. Siamo consapevoli che un convegno, da solo, non possa essere risolutivo delle problematiche che affliggono la nostra società. Perché è vero, vi è una grande crisi delle agenzie educative primarie, ma è anche vero anche che lo Stato investe sempre meno su istruzione, giustizia e sanità, colonne portanti di ogni sistema autenticamente democratico, e fondamentali per il corretto sviluppo dell’individuo – ancor di più del bambino – e dello Stato democratico. Serve un’inversione di marcia che ci porti al ripristino dei valori fondamentali che si stanno sbiadendo”. Citando il filosofo Henri Lefebvre, l’avvocato Iannello parla della necessità di una critica dello spazio finalizzata al recupero di una progettualità votata all’individuazione di spazi che favoriscano la socializzazione spontanea, ancor di più dei bambini, i quali rappresentano spesso l’anello debole della catena, non avendo, a differenza degli adulti, la possibilità di sedere ad un tavolo ed esternare il loro disagio, le loro mancanze, le loro necessità”. Secondo il presidente del Lions Club Catanzaro Host è necessario “ridare ai bambini i luoghi c.d. “inutili”, non nell’accezione spregevole del termine, cioè che non portano qualcosa di proficuo, ma intesi quali luoghi che non abbiano una destinazione specifica e che, proprio per ciò, siano deputati a favorire e stimolare l’aggregazione e la socialità. Nelle epoche passate il cortile di casa ha rappresentato lo spazio aggregativo per antonomasia, oggi tristemente soppiantato da una socialità digitale, che in realtà finisce con l’isolare e destabilizzare i più piccoli. Il triste e recente passato, caratterizzato dall’emergenza pandemica, ha acuito questi fenomeni desocializzanti che devono essere combattuti, mediante un lavoro di “rete”, intesa quale condivisione di progettualità ed intenti.   Ecco perché occorre ritrovarsi, come stiamo facendo oggi, per ragionare insieme su come costruire una città a misura di bambino”. Le conclusioni sono state affidate alla vice sindaca con delega all’Urbanistica, Giusy Iemma. “La costruzione di un nesso diretto tra i bisogni dei bambini e degli adolescenti e le azioni responsabili che deve ispirare l’attività delle amministrazioni locali rappresenta oggi un impegno prioritario nelle strategie e nelle politiche pubbliche.  Un luogo che accetta, accoglie e valorizza le differenze e le diversità, fin dalla tenera età, è un luogo che fa dell’inclusione, della partecipazione e della collaborazione i propri valori fondanti”, che sottolineato Iemma ricordando che attorno a bambini ed adolescenti deve essere costruita una rete.

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