A CHIARE LETTERE | La tolleranza zero e l’inutilità delle “buone maniere” in Calabria
Parte oggi la nuova rubrica settimanale a cura di Antonio Cantisani. Ecco la puntata andata in onda dopo il tg delle 14,20

LAMEZIA TERME Parte con un focus su un claim diventato di moda in Calabria la rubrica settimanale “A chiare lettere”, a cura di Antonio Cantisani. È uno dei nuovi appuntamenti della stagione televisiva de “L’altro Corriere Tv”. Oggi l’approfondimento (andato in onda dopo il tg delle 14,20) è dedicato alla strategia della “tolleranza zero” che non è solo uno slogan ma è in pratica il segno distintivo, o uno dei principali segni distintivi, dell’azione di governo del presidente della Regione Roberto Occhiuto. Dalla lotta alla mala depurazione e alle discariche abusive per arrivare alla lotta all’abusivismo edilizio e ai disservizi nella sanità, quindi in settori nei quali spesso «l’illegalità spadroneggia», il governatore ha avviato una rigorosa azione di contrasto, suscitando commenti favorevoli ma anche resistenze, critiche e scetticismo.

A esempio, Occhiuto ha dichiarato guerra agli scarichi illegali in mare inasprendo i controlli ma entrando in rotta di collisione con diversi sindaci, che – si ricorda nella rubrica – «l’hanno accusato di voler fare lo “sceriffo” e sotto sotto di nascondere le responsabilità della stessa Regione». O il portale “sanibook” nel quale raccogliere le segnalazioni dei disagi dei pazienti negli ospedali calabresi, fortemente avversato dalle rappresentanze delle professioni sanitarie. Talvolta le critiche a Occhiuto hanno avuto anche una loro ratio, soprattutto la critica di aver prodotto strappi istituzionali anche molto seri, ma – si sottolinea nella rubrica – è indubbio che sul piano pratico la strategia della tolleranza zero ha quantomeno smosso la generale apatia del contesto territoriale, se è vero che «qualche depuratore oggi funziona e qualche disservizio in sanità oggi quantomeno viene affrontato». E in una terra di costante emergenza qual è la Calabria «se con le buone maniere non si ottiene nulla forse è meglio ricorrere alle cattive». (redazione@corrierecal.it)