COSENZA Roberto Porcaro, ex reggente del clan degli “Italiani” egemone a Cosenza e nell’hinterland bruzio, ha confermato di non voler più collaborare con la giustizia. La scelta era stata anticipata nel corso della prima udienza preliminare del processo “Reset” in corso in aula bunker a Catanzaro e che vede imputati i soggetti che hanno scelto il rito abbreviato. L’ex pentito ha comunicato – questa mattina in aula – la volontà di interrompere il percorso di collaborazione tramite il proprio avvocato d’ufficio.
Questa mattina, l’avvocato Luca Acciardi ha rappresentato al giudice di non accettare la nomina di Roberto Porcaro rappresentando una situazione di assoluta incompatibilità con la sua difesa, atteso che ha reso dichiarazioni accusatorie nei confronti dei suoi assisti. Le stesse sono utilizzabili nel corso del procedimento con rito abbreviato e pertanto per il legale non è più possibile difenderlo in nessun procedimento.
Nella precedente udienza, il «luogotenente» di Porcaro, Francesco Greco, aveva deciso di collaborare con la giustizia dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta della Dda di Catanzaro. Lo stesso Porcaro è stato inserito nel lungo elenco di testimoni chiamati a presenziare nel corso del processo ordinario scaturito dall’inchiesta della Dda di Catanzaro contro i gruppi cosentini appartenenti alla presunta “Confederazione” di ‘ndrangheta (ne abbiamo parlato qui). (f. b.)
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