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Tragedia a Mestre, Zaia: «Sarà doveroso chiarire la causa»

A dirlo, al CorSera è il presidente della Regione Veneto. «Chi ha un caro che ha perso la vita ha il diritto di conoscere la verità»

Pubblicato il: 04/10/2023 – 8:35
Tragedia a Mestre, Zaia: «Sarà doveroso chiarire la causa»

MESTRE «È una strage. In questo momento noi dobbiamo solo pensare a salvare più vite possibile e dare conforto a chi ha perso i propri cari». A dirlo, al Corriere della Serra è Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. «Poco prima delle 20 mi ha chiamato il responsabile del servizio 118 del Veneto. Mi sono subito allarmato perché so che quando mi chiama lui è successo qualcosa di veramente grave. Non è persona che si fa viva per problemi futili. Senza giri di parole mi ha detto: ‘Presidente, c’è stata una strage’. Mi si è gelato il sangue. Le notizie che poi sono arrivate via via nel corso della serata hanno confermato che ci troviamo di fronte ad una tragedia che ha pochi eguali in Europa». «Abbiamo mobilitato tutte le ambulanze della zona e messo a disposizione gli ospedali di Treviso, Mestre, Mirano e Padova. Non c’era un minuto da perdere, bisognava far arrivare tutti i soccorsi possibili e portare in ospedale chi aveva bisogno di assistenza». Sulle cause, ha spiegato: «È troppo presto per avere informazioni precise. Si rincorrono diverse voci. Il pullman pare che fosse nuovo. A bordo viaggiava un gruppo di turisti che stavano trascorrendo una vacanza in campeggio». Quella strada era pericolosa? «Ma, non mi pare. È un cavalcavia su cui passano ogni giorno migliaia di veicoli. Non mi pare fosse particolarmente pericoloso. Come si può pensare che possa succedere una cosa del genere? È una disgrazia tra le più gravi a livello internazionale». «Il nostro ruolo, in questo momento, è cercare di mettere in campo tutti i mezzi utili a salvare vite e a curare i feriti. Penso che su un’arteria del genere ci siano tante telecamere. Ci aiuteranno a far luce sulle cause. Ora è il momento del pianto e del dolore. Ma poi sarà doveroso chiarire la causa perché chi ha un caro che ha perso la vita ha il diritto di conoscere la verità».

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