FIRENZE Giovedì 19 ottobre, nella suggestiva e storica cornice di Palazzo Vecchio a Firenze, per volontà del Presidente del Consiglio comunale della città, Luca Milani, è stato presentato il mio ultimo volume “Nonostante Tutto. Franco Cascasi: storia di un imprenditore visionario”. Il testo è indirizzato anche alle amministrazioni comunali per far conoscere la storia di chi, come Franco Cascasi, ha denunciato ed è stato tristemente lasciato solo a fronteggiare la potente ‘ndrina dei Mancuso. L’amministrazione comunale di Firenze è stata la prima a comprenderne il messaggio.
Nel mio servizio sacerdotale ho imparato, tra l’altro, che nulla succede a caso. Chi è circondato ed immerso nella bellezza comprende l’importanza della politica che ha come fine il bene comune, che è innanzitutto il bello che ci accomuna. Dunque, primo è fondamentale servizio alla Polis, è costruire bellezza, custodirla lì dove spontaneamente sorge, grazie ad una natura splendida come quella che noi calabresi ammiriamo in ogni dove. Stare a fianco di chi, come Franco Cascasi, sin da giovane ha avuto la visione della bella impresa, fatta di competenze tecniche dove lavoro soggettivo ed oggettivo vengono salvaguardati e rispettati per il ruolo centrale che rivestono per l’uomo e per la società.
Alcuni illustri personaggi della Firenze rinascimentale hanno scommesso ed investito sulla bellezza, ed hanno vinto. Non loro soltanto. Tutte le generazioni di fiorentini che si sono succedute e che si succederanno, hanno ereditato ed erediteranno la bellezza di una Città unica, che offre l’opportunità a tutti anche di vedere il mondo attraverso i volti degli uomini e delle donne che vengono a visitarla da ogni parte del pianeta. Non è un caso se un profeta illuminato del nostro tempo quale è stato Giorgio La Pira, aveva fatto di Firenze la capitale della pace. Tutte le iniziative che La Pira intraprese anche a livello mondiale, convocando tutti i sindaci delle capitali del mondo a Firenze, per invitarli ad unirsi per affermare solennemente il proprio ineludibile diritto all’esistenza, furono tese a favorire il dialogo internazionale del negoziato e della pace. Compito di coloro che sono preposti al servizio della Polis è fronteggiare con decisione tutto ciò che tende ad offuscare la bellezza, come le mafie ed ogni forma di violenza, di oppressione e di terrore. Il vero nemico da combattere, allora, è ciò che rende violento l’uomo, che lo fa essere ancora una volta homo homini lupus. Gli israeliani ed i palestinesi, sono chiamati entrambi nel loro interno a sconfiggere il fondamentalismo ed il suo manifestarsi violento che non si ferma dinanzi a nulla, neanche dinanzi al volto innocente di un bambino. Ha ragione Giuliano Zanchi, quando nel suo volume La bellezza complice, fa comprendere come il concetto di bellezza non è riferito ad un fatto meramente esteriore che provoca emozioni, ma è il nome che si dà inequivocabilmente al manifestarsi del bene che custodisce in modo fermo e perseverante la giustizia anche a costo di perdere la perfezione della forma. Inoltre, si prende cura di apparire anche brutta se questa è la condizione della tenacia a custodire il bello del bene. La bellezza di cui il romanzo appena citato profetizza è quella della semplicità d’animo, della bontà del cuore. Solo questa “salverà il mondo”, perché salva l’uomo dalla sua tragica disumanità. Franco Cascasi alla fine dell’evento è stato insignito del giglio d’oro quale ambasciatore di legalità del comune di Firenze. Un ulteriore segno, questo, che la bellezza della bontà, è il fondamento della pace e del vivere civile e democratico.
x
x