«L’universo femminile è un dono, un mondo di sentimenti, energia e talenti. Coltiviamo oggi e sempre i valori del rispetto e del rifiuto di ogni violenza, che è solo l’ultimo rifugio per gli incapaci. Nella Giornata contro la violenza sulle donne, resa ancora più densa di significato per il recente e drammatico femminicidio di Giulia Cecchettin, ribadiamo la nostra ferma volontà di costruire una società civile ed avanzata in cui abusi e sopraffazioni non trovino spazio». Così, in una nota, Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
«I dati sulla violenza alle donne sono allarmanti, ma occorre evitare che dopo l’indignazione suscitata da casi drammatici, tutto resti come prima». Lo dice – in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza alle donne” – il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso.
«È apprezzabile – sottolinea – l’approvazione, da parte del Parlamento, di un pacchetto di misure che punta a rafforzare il ‘Codice Rosso’ e a colmare i vuoti legislativi che impediscono di intervenire di fronte alla minaccia. Ed è anche apprezzabile l’impegno della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, attraverso una campagna di comunicazione che prenderà il via il 25 novembre e proseguirà per un anno con una serie di iniziative in cinque date simboliche. Per fermare questa barbarie che si consumato sulle donne, ognuno deve fare la propria parte». Aggiunge Mancuso: «Questa Presidenza, consapevole che anche la Calabria conta le sue vittime (dal 2020 ad oggi 17 femminicidi cui si aggiungono le molte violenze sessuali e la miriade di episodi di soprusi e violenze che non vengono denunciati), sta predisponendo un Protocollo d’intesa che a giorni sarà siglato tra il Consiglio regionale, l’Osservatorio sulla violenza di genere e l’Aterp (Azienda sull’edilizia residenziale pubblica della Regione), per offrire soluzioni alloggiative alle donne vittime di violenza e ai loro figli, prevedendo la loro collocazione e il recupero di una quotidianità lontana dagli abusi. L’obiettivo è mettere a sistema un percorso virtuoso, per scongiurare tragedie familiari e dare continuità all’azione a tutela delle donne. Ci muove la convinzione che ogni Istituzioni abbia il dovere di trasformare la solidarietà alle donne in azioni tangibili, ferme, efficaci».
“Abbiamo acceso di Rosso Palazzo dei Bruzi a simboleggiare che Cosenza si batte contro la violenza alle donne. Lo abbiamo fatto in occasione della manifestazione “Per Giulia e per tutte” svoltasi ieri sera in città, preludio della giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si celebra oggi. Sono convinto, però, che i simboli, le commemorazioni, le manifestazioni pubbliche, seppur importanti, non bastano da sole a fermare un fenomeno che presenta in Italia ed anche in Calabria numeri allarmanti e, purtroppo, in crescita”. Lo afferma il sindaco Franz Caruso che incalza: “ C’è bisogno urgentemente di azioni concrete di prevenzione, di aiuto e di sostegno fattivo per avviare una rivoluzione che è prima di tutto culturale. A tal fine, penso ci si debba rivolgere ai nostri giovani, che rappresentano terreno fertile su cui costruire un futuro migliore e più giusto. In questo senso credo che la scuola, luogo di formazione per eccellenza, possa e debba essere interessata direttamente della problematica accrescendo l’offerta formativa per puntare sull’educazione sessuale, sull’educazione sentimentale, alla parità tra i sessi, alla prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”. “Per quanto ci riguarda direttamente, come Amministrazione Comunale – prosegue Franz Caruso – è dirimente e quotidiano l’impegno che portiamo avanti su queste problematiche, attraverso la sinergia importante con organismi ed associazioni del settore per contrastare ogni forma di violenza ed ogni tipo di discriminazione. In questa ottica abbiamo aderito a RE.A.DY., la rete anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere ed avviato l’attività di empowerment dello sportello per il reddito di libertà a sostegno delle donne che vivono una situazione di violenza economica, portata avanti in collaborazione con Spazio Donna Cosenza, gestito dal Moci Cosenza Aps e We World onlus i cui membri ringrazio per lo straordinario lavoro che svolgono quotidianamente. C’è ancora, però, tanto da fare e, per il prossimo futuro, intendiamo ampliare la rete di collegamenti e collaborazioni per assicurare un maggiore sostegno alle donne vittime di violenza domestica ed economica sempre in stretta sinergia con Spazio Donna”. “Estirpare il problema alla radice – conclude il sindaco Franz Caruso – è l’obiettivo che tutti dobbiamo porci ed è questo il mio augurio”.
“La violenza di genere è divenuta un’emergenza sociale la cui risoluzione non è più rinviabile, visto che in Italia avviene un femminicidio ogni 72 ore. Ma non è più rinviabile neanche riconoscere e prevenire, fin dalla più tenera età, gli stereotipi di genere strettamente correlati alla violenza contro le donne. Per generare un cambiamento culturale e un impatto positivo sulla società, in cui le nostre figlie e i nostri figli possano crescere e vivere libere e liberi di essere ciò che vogliono essere, bisogna riconoscere e denunciare gli stereotipi e i modelli sociali che oggettivizzano la donna, che la ritraggono ancora oggi come soggetto debole e inferiore all’uomo e che ne minano la piena realizzazione personale. La parità di genere come riconoscimento dei diritti umani, la sensibilizzazione come prima azione di prevenzione devono diventare obiettivi primari dell’educazione. Già Aristotele nell’Etica Nicomachea aveva focalizzato ‘colui quindi che si adira per ciò che deve e con chi deve, e inoltre come, quando e per quanto tempo si deve, può essere lodato’. Potremmo dire, in altre parole, che la chiave di tutto è nel saper portare l’intelligenza nelle nostre emozioni, e quindi di conseguenza la civiltà nelle nostre strade e la premura per l’altro nelle nostre relazioni: avere autocontrollo e compassione, cioè empatia, due aspetti che nella società di oggi sono sempre più rari. Oggi viviamo un’alienazione sociale e una disperazione individuale che se non controllati, potrebbero portare a lacerazioni più profonde del tessuto sociale. Una società che è sempre più individualista e che porta a una sempre minore disponibilità alla solidarietà e ad una maggiore competitività. Distratti come siamo oggi da bisogni secondari, non essenziali siamo portati ad assecondare, essere troppo permissivi verso i nostri figli e non prestare la giusta attenzione e, quindi non sviluppare l’empatia soprattutto nei figli maschi che, invece, bloccherebbe sul nascere la violenza. Ho sentito tanti inviti a lezioni di educazione all’affettività e ai sentimenti nelle scuole, vorrei però ricordare che all’affettività, ai sentimenti ed all’ empatia veniamo educati in maniera esperienziale e sin dai primi mille giorni di vita… È la famiglia il primo posto in cui ciò deve avvenire: è la famiglia il posto relazionale in cui imparo a conoscere e riconoscermi nell’altro, a negoziare il mio punto di vista, a differire la gratificazione dei bisogni, a porgere la mano a chi è in difficoltà, a condividere, a collaborare, a rispettare, a sentimi accolto in un bisogno vedendolo soddisfatto e a sentirmi contenuto di fronte all’ insoddisfazione dello stesso per imparare a tollerare il vuoto e la frustrazione. Emozioni e sentimenti si esperiscono nelle relazioni primarie e con gli adulti più significativi per poi essere generalizzate in tutte le altre situazioni sociali. Allora si, ben venga che la scuola si attivi, apra varchi di riflessioni, intercetti situazioni di disagio ma senza pensare che ad essa spetti tutta la responsabilità della formazione e della “cura” delle fragilità dei nostri ragazzi. Come ho già anticipato, la Regione Calabria, proprio per aiutare la scuola calabrese, gravata dalla crisi che sta attraversando l’istituzione famiglia , proporrà presto la figura dello psicologo scolastico che affianchi il personale docente e gli studenti nell’affrontare questioni complesse legate allo sviluppo emotivo dei giovani. Abbiamo, altresì, previsto ulteriori investimenti mirati che promuovano percorsi formativi, tenuti da specialisti, che coinvolgano le famiglie . Non c’è nessuno che ci insegni il mestiere del genitore, ma ci può essere chi, invece, ci aiuti a riconoscere nei nostri figli i segni del disagio e a trovare modalità comunicative efficaci per aiutarli a crescere equilibrati soprattutto nelle relazioni di genere”. Così Giusi Princi, vicepresidente della Giunta della Regione Calabria.
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