CATANZARO E’ in corso a Catanzaro il processo celebrato con rito abbreviato per gli imputati dell’inchiesta “Reset“, coordinata dalla Dda di Catanzaro. Il pm della Distrettuale Vito Valerio tratteggia il profilo dei soggetti coinvolti, ripercorrendo in breve la carriera criminale e rimarcando le presunte responsabilità contestate. Il pubblico ministero, nell’udienza dello scorso 26 ottobre, si è soffermato sul ruolo nella mala bruzia di Salvatore Ariello e Antonio Illuminato.
Salvatore Ariello, risponde del capo associativo «nel suo ruolo di organizzatore e promotore». E’ considerato dall’accusa «una importante cerniera nel cerchio ristretto di Francesco Patitucci». Sono le dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, a fornire ulteriori dettagli in merito all’imputato. «Parteciperà anche lui al summit a casa di Francesco Patitucci il 17 maggio del 2020 con Piromallo e con Rosina Pulice, moglie di Gianfranco Bruni, per gli stipendi ai due detenuti ergastolani Ruà e Bruni e risponde anche di una serie di capi d’imputazione di cessione di cocaina». Ma non solo. Ariello – sempre secondo il pm – «è impegnato nell’attività di conservazione delle armi».
Antonio Illuminato risponde soltanto del capo associativo, come organizzatore e
promotore. «Ha una escalation ed una carriera criminale che lo vede partire
come soggetto vicino a Roberto Porcaro, per poi avvicinarsi ad Ariello Salvatore e
Renato Piromallo e soprattutto essere uomo direttamente di fiducia di Francesco
Patitucci, come censiscono appunto i plurimi incontri con lo stesso», sottolinea Vito Valerio. Che cita alcuni episodi. «Quello del 3 marzo 2020, del 10 aprile 2020 e del 13
maggio 2020, del 19 maggio 2020, che sono quelli più importanti. Sono tutti incontri
censiti e registrati dalle ambientali a casa di Francesco Patitucci e in tutti questi incontri
si è trattato di discorsi organizzativi di ampio respiro, che denotano l’inserimento nel
cerchio ristretto dei soggetti vicini a Patitucci». Anche nel caso di Illuminato, il ruolo e la posizione nella gerarchia della mala bruzia vengono tratteggiate grazie anche alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia «assolutamente sovrabbondanti». Da Celestino Abbruzzese a Mattia Pulicanò fino a Giuseppe Zaffonte, ma sopraggiungono anche nei suoi confronti le dichiarazioni di Ivan Barone, di Roberto Porcaro (ex collaboratore di giustizia) e di Greco Francesco che «ne blindano dal punto di vista probatorio la sua assoluta posizione di vertice all’interno dell’associazione». (f.b.)
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