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La performance

Da Cipro a Briatico, l’opera dell’artista siriano dedicata ai migranti

Eisa Baddour ha scelto la Calabria per l’installazione di “Waste of hope”. «La speranza di chi parte si perde insieme al legno delle barche»

Pubblicato il: 01/12/2023 – 9:50
di Marco Russo
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Da Cipro a Briatico, l’opera dell’artista siriano dedicata ai migranti

BRIATICO Ayia Napa, Sifnos e Briatico. Sono 1649 i chilometri che separano l’isola cipriota dal borgo calabrese. Luoghi distanti, ma legati tra loro dalla mente dell’artista siriano Eisa Baddour, che ha scelto la Costa degli Dei come terza tappa del suo progetto “Waste”. Nelle acque briaticesi frammenti di legno galleggianti hanno formato una scritta: what a waste of hope. La speranza perduta, inabissata insieme al legno dei barconi che la trasportavano, è quella di chi ha lasciato la propria casa in cerca di un futuro migliore. «È un ricordo di chi parte in cerca dell’ignoto, lasciando dietro di sé affetti e sentimenti. Un ricordo di chi prova ad attraversare il Mediterraneo senza raggiungerne le coste».

La nascita di Waste

Sul suo sito si definisce un «direttore artistico in cerca di prospettive alternative con cui guardare il nostro mondo». Eisa Baddour nasce e cresce in Siria, prima di lasciare la sua terra in direzione Milano. In Italia studia e si laurea all’università, fino a quando decide di trasferirsi a Cipro. Dalla sua esperienza nasce Waste. «Ho lasciato la Siria per venire in Italia, con la speranza di trovare un futuro migliore. Ad ogni partenza era come se lasciassi qualcosa dietro di me, come se qualcosa andasse perduto». Ad Ayia Napa è andata in scena la prima installazione “Waste of love”, dedicata agli affetti che si lasciano indietro. «Subito mi sono reso conto che in molti condividono il mio stesso stato d’animo, così ho tracciato una linea che attraversa il Mediterraneo, individuando quattro paesi simbolo delle migrazioni e ampliando il progetto».

La Grecia e l’approdo in Calabria

La seconda tappa è stata Sifnos, un’isola appartenente alle Cicladi. Qui il legno formava la scritta “Waste of faith”. «La fede è un tema importante in Grecia, è alla base di scontri religiosi e politiche antimigratorie. Sifnos è un’isola piccola con oltre 260 chiese. La maggior parte delle persone non vuole i migranti». Infine, l’approdo sulle coste calabresi, con il tema della speranza. «L’Italia rappresenta la speranza, la porta dell’Europa per molti che provano ad attraversare il Mediterraneo. La stessa settimana che pubblicai il primo capitolo di Waste ho perso un amico, insieme alla moglie e al figlio, respinti dalla polizia greca. È sopravvissuto solo il fratello. Entrambi speravano di arrivare in Italia».

Il valore simbolico del legno

Per Eisa si tratta della prima volta in Calabria. «Mi è piaciuta e spero di tornarci, soprattutto per la gentilezza delle persone. Ma ho anche trovato una comunità divisa, non tutti accettano gli stranieri». Eppure, l’Italia in passato ha sofferto dello stesso fenomeno. «Il legno usato per la scritta “hope” proviene dalla casa di un emigrante italiano che partì da Napoli per gli Stati Uniti. Anche lui attraversò l’oceano per cercare una vita migliore. Da una comunità che ha vissuto questo sulla sua pelle ti aspetti una risposta diversa». La prima parte della scritta è invece formata da legname raccolto a Cipro, recuperato tra le abitazioni abbandonate dopo le migrazioni degli anni ‘70. «Ha un valore simbolico. Alla fine, l’unica cosa che riesce ad attraversare il Mediterraneo è proprio il legno delle barche che si ribaltano. Mentre le persone, con i loro sentimenti, non ce la fanno».

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