Fabbricanti di storie, da qualche mese, millantano con una tempesta di chiacchiere, un loro impegno e coinvolgimento in un misterioso progetto politico di ampio respiro, che vedrebbe a capo il nuovo salvatore della (povera) Calabria, l’uomo con i super poteri, al di sopra delle parti, senza colore politico, pronto a rinunciare al dogma in cui crede (la giustizia) per guidare la vera «rinascita» della Calabria.
Mi sembra di (ri)leggere il “Paese in vendita”, l’inchiesta ambientata nell’Italia della grande Guerra, dove Corrado Augias svela l’oscuro intrigo, architettato da «avidi faccendieri, corruttori, donne equivoche e giornalisti prezzolati» per comprare “La Stampa” ed “Il Tempo” ed enfatizzare la grande campagna in favore della neutralità. Per spingere il nostro Paese a non entrare in guerra.
Nella trama in salsa calabra, invece, a far gola ai soliti amanti delle roboanti kermesse e del potere, è sempre il Corriere della Calabria, che come il pivot del basket (oggi più di ieri) palleggia, costruisce il gioco di squadra, passa e fa canestro. Una inaffondabile corazzata, fino ad oggi, che non ha bisogno di favori dai politici, di estorcerli o restituirli, di mescolare bugie e verità, di mestare nel torbido. Di soffiare il venticello della calunnia per entrare senza bussare nella stanza dei bottoni. E anche per questo premiata dai lettori.
Il Corriere della Calabria non solo non farà parte dell’impero affaristico (un tema su cui si specula incessantemente da giorni), ma continuerà a parlare a tutti i calabresi, forte di una redazione ancora più motivata e senza padroni.
Ma torniamo all’acquazzone rumoroso, orfano di sostanza, che sta creando più di un imbarazzo, non solo a queste latitudini e che s’annuncia ricco di colpi di scena e foriero di conseguenze negative per gli incauti e avventati fabbricanti di storie.
All’orizzonte nuovi spiriti corsari sono pronti a vuotare il sacco, a svelare questioni scomode e assai spinose di cui molti sanno; fatti e circostanze, in parte, riportate dal Corriere della Calabria e da altre testate, in queste ore, al vaglio degli inquirenti.
Credere di saperla lunga, fingendosi discepoli della giustizia, questa volta non servirà perché oggi è così, del doman, per fortuna, non v’è certezza. (paola.militano@corrierecal.it)
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