«L’Italia ha un leader ma è uno solo»

Chiudendo i lavori di Atreju, Giorgia Meloni ha ribadito di essere l’unico leader politico presente in Italia. Nel 2023 che chiude il suo primo anno di governo e che ha visto la scomparsa di Silvio Berlusconi non è solo la sua azione di governo ad emergere. Seppure stare al governo e, ad esempio, varare misure impopolari come la drastica riduzione del reddito di cittadinanza, comporti il rischio di perdere consensi. Ora, in un sistema come quello italiano in cui i voti più o meno si dividono tra le coalizioni ( un 90% che può essere al massimo 48 per una e 42 per un’altra ) è piuttosto normale che qualsiasi leader sia divisivo. Eppure, Giorgia Meloni ha qualità che gran parte dei suoi avversari le riconoscono. Questo significa che governerà per dieci anni? Non è affatto detto, anche se la partita del premierato può essere decisiva. A differenza di altri, però, Meloni non è una meteora. Può ovviamente cadere ma difficilmente crollerà. Ha un terzo circa dei consensi e una classe dirigente che dev’essere rapportata alle cifre dei voti e delle responsabilità. Le elezioni europee saranno importanti ma oltre a questo sarà importante delineare i contorni di aree politiche essenziali, come quella moderata, che probabilmente necessiteranno di un rilancio. Sia il centrodestra che il centrosinistra hanno uomini e donne di qualità e altri meno credibili. Manca, però, un contraltare politico che raggiunga i livelli del premier. Può essere un problema per l’agibilità politica, seppure la storia politica della seconda Repubblica sia stata essenzialmente legata alla figura di Berlusconi. Anche se leader autorevoli, da D’Alema a Fini, non mancavano. Paradossalmente Meloni rappresenta quel sogno di ascensore sociale di cui la sinistra ha parlato per decenni, salvo scoprirsi superata a destra. I cicli politici non sono eterni ma Giorgia Meloni è destinata a resistere per molto tempo. L’augurio è che il fronte progressista esprima presto una personalità simile.