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La riflessione

Il Ponte sullo Stretto di Messina destinato a rimane “sospeso”?

Sul maldestro tentativo di far ricadere sulle “povere casse” di Calabria e Sicilia, parte della spesa che il Governo ha probabilmente dirottato altrove per la realizzazione del Ponte sullo Stretto…

Pubblicato il: 18/12/2023 – 8:42
di Franco Scrima*
Il Ponte sullo Stretto di Messina destinato a rimane “sospeso”?

Sul maldestro tentativo di far ricadere sulle “povere casse” di Calabria e Sicilia, parte della spesa che il Governo ha probabilmente dirottato altrove per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina si è abbattuta all’improvviso una tempesta di maldicenze su Salvini che ne è stato il promotore e sulla Lega che aveva fatto intendere che al Sud bisognava guardare con attenzione. Ma per capire chi sono realmente i “padroni” della Lega è sufficiente soffermarsi su cosa è accaduto sull’autostrada Messina-Catania: dopo otto anni dal crollo di una collina in quel posto si continua a procedere con il senso di marcia alternato. E oggi, che si è ritornato a parlare di ponte che unisca la sponda siciliana con quella calabrese, si ritorna al ritornello di sempre: non ci sono più le risorse per completare l’opera. Ergo, o intervengono le due Regioni, oppure il Ponte non si potrà realizzare.
Un male? Qualcuno sostiene che sia un bene, perché in tal modo si evita un’opera che può ancora aspettare nonostante se ne parli da circa un secolo e che è già costata centinaia di milioni delle vecchie lire tra appannaggi ai Presidenti ed ai componenti delle Società che avrebbero dovuto realizzarla.
Oggi è stato il Governo a dire che non trova la possibilità di far fronte alla spesa e invita le Regioni di Calabria e Sicilia a farsene carico.
Un male? C’è chi sostiene, invece, che sia un bene. Perché in tal modo si eviterà un’opera che, secondo alcuni non sarebbe essenziale e il denaro lo si potrà investire per modificare il tracciato ferroviario che da Salerno conduce a Reggio Calabria per poi proseguire in Sicilia. Consentire l’alta velocità, considerata dai più prioritaria anche rispetto al ponte sullo Stretto di Messina, significa raggiungere il centro e il Nord del Paese risparmiando ore di viaggio.
Intanto c’è da dire che quanto accaduto in Parlamento la dice tutta circa la volontà politica di realizzare l’opera. E rafforza l’ipotesi balenata, che il ponte sullo Stretto fosse una “trovata” di Salvini per accaparrarsi, a tempo debito, le simpatie dei calabresi e dei siciliani che lo avrebbero ripagato alle prossime elezioni politiche.
Per il momento si tenta di addossare le responsabilità al Governo e alla Presidente del Consiglio che non avrebbero assicurato la copertura della spesa. Mancano, infatti, un miliardo e seicento milioni per l’intera opera. Salvini tenta l’ultimo “colpo”: dopo aver dato assicurazioni sulla realizzazione dell’opera, oggi si lascia andare in una inattesa richiesta di “una giusta partecipazione delle Regioni Siciliana e Calabrese”. A giudicare dalle prime reazioni, la risposta è negativa; non si intende stanziare alcunché, non per avversare la realizzazione dell’opera, ma per mancanza di risorse economiche.
Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle parlano di un “tentato scippo” ai danni delle due regioni che si affacciano sullo “Stretto”.
Se così vanno le cose, non è azzardato pensare che il Ponte sullo Stretto dovrà ancora attendere per mostrarsi agli italiani. Anche questa volta si rischia di dover procrastinare l’opera a tempi migliori; ma, come è sempre accaduto, non si potrà fare a meno di pagare progetti e risorse a chi ha lavorato. E’ un “ritornello” che si trascina da decenni, da quando si ebbe per la prima volta l’idea di costruire un ponte per attraversare lo Stretto di Messina. E’ da allora che quando tutto sembra pronto per realizzare l’opera, interviene qualcosa che rimanda ad altra occasione. Passano così i decenni, ma non per tutti: si è sempre atteso alcuni anni perché il “Ponte” continui a far parlare di sé; intanto tra progetto da rivedere, stipendi al personale e “appannaggi” al Presidente e ai Consiglieri della Società “Stretto di Messina”, vanno in fumo milioni di Euro. Tanto qualcuno sa come fare per un nuovo finanziamento.
*giornalista

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