LAMEZIA TERME Appuntamento prenatalizio con “Telesuonano”, il talk di approfondimento in onda questa sera alle 21 sul canale 75 de “L’altro Corriere Tv” e, in contemporanea, sul sito del Corriere della Calabria.
Ospiti d’eccezione, Francesco Bevilacqua e Don Ennio Stamile.
Il primo, insieme ai conduttori Danilo Monteleone e Ugo Floro, svelerà ai telespettatori l’anteprima di un numero speciale di “Meraviglie di Calabria”, con il secondo ospite invece torneremo sull’emergenza criminalità che sta allarmando l’alto tirreno cosentino.
«La Calabria non smette mai di meravigliarmi con le sue variegate bellezze», spiega Bevilacqua, saggista e naturalista dal grande seguito, che ha peraltro curato diversi contributi contenuti nell’ultima fatica editoriale del nostro gruppo. «Non basta una vita, e non sto scherzando – ci racconta – per avere l’esatta cognizione di una terra troppo ricca per conoscerla con la metodologia del mordi è fuggi: la Calabria è esplorazione continua.
Per questo la nostra terra va narrata diversamente, in maniera fedele alla sua storia complessa. Mi creano un moto di ilarità coloro i quali si ritagliano dei giorni per visitare solo alcune zone di altre regioni, però poi pretendono di poter impiegare lo stesso numero di giornate per visitare l’intera Calabria, quasi come se essa fosse un unicum, atteggiamento sbagliatissimo».
Poi c’è l’inquietudine di Bevilacqua rispetto «alla deturpazione dei nostri paesaggi a opera dei tanti parchi eolici annunciati, una vera iattura che simboleggia un nuovo spregiudicato colonialismo di natura predatoria a cui la nostra gente deve civilmente ribellarsi muovendo dalla consapevolezza che storicamente le uniche grandi occasioni di sviluppo la Calabria le ha avute solo quando è riuscita a valorizzare il proprio patrimonio paesaggistico». Inquietudine e preoccupazione sono sentimenti presenti anche nelle riflessioni di Don Ennio Stamile.
Già guida di “Libera” a livello regionale, oggi il sacerdote porta avanti l’università della ricerca e della memoria e dell’impegno “Rossella Casini”, un’esperienza formativa la quale, sebbene stia dando buoni frutti sociali in ambienti difficili, registra atteggiamenti quantomeno contraddittori dallo Stato: «Qualcosa di cui a breve parlerò diffusamente», annuncia Don Stamile tradendo non poca amarezza. C’è poi la condizione nella quale versa «la mia Cetraro, che vive un momento particolarmente duro, fatto di continui episodi di violenza, a dimostrazione che da queste parti si sta sviluppando un vero e proprio locale di ‘ndrangheta che impone soluzioni vere, e non chiacchiere». (redazione@corrierecal.it)
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