Rimanenze di magazzino: cosa sono, come si rilevano e come si valutano
L’inventario è un’operazione delicata per tutte le imprese. Ecco un prontuario per non commettere errori

L’inventario di magazzino è un’operazione importante per tutte le imprese, che assume un valore ancora maggiore il 31 dicembre in quanto aiuta nella valutazione delle giacenze di materie prime, semilavorati, prodotti finiti e altre categorie merceologiche.
È fondamentale quindi per riuscire a determinare i risultati annuali dell’esercizio commerciale all’interno del bilancio aziendale: questo perché l’accurata individuazione e valutazione delle rimanenze di magazzino incidono direttamente sull’utile complessivo dell’impresa.
Con l’anno in procinto di concludersi, diventa quindi essenziale eseguire l’inventario di magazzino, un passo che può essere semplificato grazie a strumenti moderni come i software gestione magazzino.
Questi, infatti, non solo facilitano l’identificazione e la registrazione delle rimanenze, ma contribuiscono anche a ottimizzare l’intera gestione della logistica, garantendo un controllo più efficace e tempestivo delle attività.
Nell’articolo, faremo un focus sulle rimanenze di magazzino, cercando quindi di chiarire il più possibile che cosa siano, come si rilevano e soprattutto in che modo è possibile valutarle all’interno del bilancio aziendale.
Cosa sono le rimanenze di magazzino
Soprattutto a fine anno, con la chiusura dell’esercizio commerciale, l’inventario di magazzino diviene un momento critico, poiché comporta la valutazione delle rimanenze al fine di quantificare fisicamente i beni in giacenza: uno degli aspetti più delicati per le aziende, specialmente nel settore manifatturiero.
Le rimanenze sono definite, in poche parole, come beni destinati alla vendita o utilizzati nella produzione e comprendono diverse categorie, tra cui:
- materie prime;
- materie sussidiarie e di consumo;
- prodotti in corso di lavorazione;
- semilavorati;
- merci e prodotti finiti.
Come si possono rilevare le rimanenze di magazzino
La rilevazione delle rimanenze di magazzino, fondamentale per la redazione del bilancio d’esercizio, può essere effettuata tramite diverse metodologie, ciascuna con i suoi pro e contro.
L’approccio tradizionale prevede l’inventario fisico, che consiste nella conta diretta dei beni in giacenza alla fine dell’esercizio. Tuttavia, per ridurre il rischio di errori umani e garantire un controllo più accurato, molte aziende si affidano a un sistema affidabile di scritture contabili di magazzino, che deve comunque essere convalidato attraverso un inventario fisico almeno una volta all’anno.
Esistono varie modalità per redigere l’inventario e la scelta dipende dalla dimensione dell’attività e dalla complessità delle operazioni. L’approccio cartaceo, sebbene tradizionale, risulta limitato a imprese con magazzini di dimensioni ridotte, perché non dover tenere di conto di numerosi pezzi aiuta ad evitare di compiere errori umani.
Per proteggersi dal problema dello sbaglio, l’utilizzo di Excel può essere di supporto perché offre un maggiore livello di automazione ma presenta comunque difficoltà nella gestione di anomalie e incongruenze.
Una soluzione più avanzata è quindi l’utilizzo di software gestionale per il magazzino, progettato per gestire con precisione e continuità l’inventario.
Questo strumento automatizza le operazioni, riducendo gli errori umani, permette l’accesso continuo e il monitoraggio in tempo reale dei dati, e offre la possibilità di generare statistiche dettagliate.
Inoltre, software più avanzati consentono la gestione completa del magazzino, compresa la tracciabilità dei prodotti, la gestione di lotti e seriali, e la produzione e gestione della distinta base di produzione.
Come si valutano le rimanenze di magazzino
La valutazione delle rimanenze di magazzino costituisce una fase critica nella redazione del bilancio aziendale, regolamentata dall’art. 2426, numero 9 del Codice Civile.
Secondo il Principio contabile n. 13, infatti, il metodo generale per determinare il costo dei beni è il costo specifico, che però risulta impraticabile in realtà aziendali con numerose e velocemente rotanti rimanenze.
In alternativa, l’art. 2426, numero 10, C.C. consente l’utilizzo di criteri convenzionali, tra cui il metodo della “media ponderata”, il metodo FIFO (“primo entrato, primo uscito”) e il metodo LIFO (“ultimo entrato, primo uscito”).
Il metodo della media ponderata considera il costo di ogni bene in rimanenza come la media ponderata del costo degli analoghi beni presenti in magazzino all’inizio dell’esercizio e il costo degli analoghi beni acquistati o prodotti durante l’esercizio.
Il FIFO ipotizza che gli acquisti o le produzioni più remote siano i primi ad essere venduti, mentre il LIFO ipotizza che gli acquisti o le produzioni più recenti siano i primi ad essere venduti.
Una volta scelto un criterio, esso deve essere mantenuto costante anno dopo anno, salvo eccezioni motivate in nota integrativa al bilancio.
Infine, è importante non dimenticarsi mai dell’obbligo di tenuta della contabilità di magazzino, che riguarda società di capitali, enti pubblici e privati commerciali, enti non commerciali, società di persone, persone fisiche e soggetti non residenti che superano specifici valori di ricavi e rimanenze.