«Osservo la scelta infelice di notificare l’ordinanza cautelare degli arresti domiciliari tra Natale e Capodanno, con l’effetto di eseguire gli interrogatori di garanzia fissati in data 3.01.24 in un clima di gogna mediatico-giudiziaria del tutto prevedibile. I capi d’imputazione tutti reati comuni, tra corruzione turbata libera degli incanti in relazione alle commesse pubbliche, senz’altro non sembrano giustificare l’applicazione della misura degli arresti domiciliari a Parma, addirittura con divieto di contatti con persone diverse da quelle che coabitano, salvo poi autorizzare tre giorni dopo la facoltà del detenuto di recarsi senza scorta a Roma con mezzi propri a rendere l’interrogatorio di garanzia». È quanto scrive in una nota l’avvocato Mario Antinucci, difensore dell’imprenditore siciliano ma residente a Parma, Angelo Ciccotto, coinvolto nell’inchiesta sugli appalti Anas insieme a Verdini. La difesa anticipa la determinazione di procedere con impugnazione della misura cautelare dinanzi al Tribunale della Libertà, soprattutto «sotto il profilo del divieto di comunicazione del detenuto con persone diverse da quelle che coabitano con lui, salvo poi averlo autorizzato a recarsi con mezzi propri ad interrogatorio in data 3.01.24 da Parma a Roma». La difesa, inoltre, sta valutando la ricorrenza dei presupposti di un’azione dinanzi alla Corte E.D.U. per chiedere ed ottenere da Strasburgo «misure d’urgenza in relazione al gravissimo ed irreparabile danno subito dall’imprenditore italiano, sano ed incensurato di condotta specchiata da oltre 40 anni, costretto a dimettersi dalla carica di presidente del consorzio di numerose imprese di costruzioni».
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