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L’intervento

Palamara: «Utilizzano il processo contro il nemico politico di turno»

L’ex magistrato sull’abuso d’ufficio: «È una battaglia ideologica fra due opposte concezioni»

Pubblicato il: 16/01/2024 – 12:54
Palamara: «Utilizzano il processo contro il nemico politico di turno»

«È una battaglia ideologica. In qualche modo sull’abuso d’ufficio si è concentrato uno scontro fra due opposte concezioni. Da un lato chi ritiene che abrogare l’abuso d’ufficio significhi in qualche modo piegarsi alle grida dei colletti bianchi, dall’altro lato la cosiddetta paura della firma, che comunque è un problema reale che esiste in Italia». Così ha dichiarato l’ex magistrato, Luca Palamara, nel corso della trasmissione su Cusano Italia Tv “L’imprenditore e gli altri”.  «Il problema di fondo è che il reato d’abuso d’ufficio non va visto da solo, ma va visto insieme alla legge Severino», ha proseguito Palamara. «È capitato che in tante  sentenze e condanne in primo grado, chi è stato democraticamente eletto dai cittadini in una tornata elettorale, sia stato poi costretto a dimettersi perché la carica rimane sospesa per via della legge Severino. Questo è il problema che si è creato e i numeri che sono stati evidenziati in questi mesi e in queste settimane testimoniano che qualcosa non va. Il fatto che si voglia dare un segnale per evitare che l’indagine della magistratura possa sovvertire il voto democraticamente espresso dai cittadini, sicuramente dal punto di vista ideologico è un segnale che va registrato. Se la risposta è la solita, e cioè si utilizzano i soliti magistrati e giornali per gridare allarme e per alzare una cortina fumogena, non riusciremo a risolvere il problema», ha ribadito Palamara. «Ci troviamo di fronte a una situazione rispetto alla quale non è che chi fa l’amministratore pubblico può fare quello che vuole. Chi commette un crimine, anche con l’attuale legislazione, viene punito. In Italia c’è bisogno di sbattere subito il mostro in prima pagina appena arriva l’informazione di garanzia, pubblicare la custodia cautelare, e non aspettare la sentenza di condanna definitiva. Viene utilizzato il processo per eliminare il nemico politico di turno e tutto questo non va più bene», ha concluso l’ex magistrato.

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