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Consiglio regionale, si riparte. Il “tagliando” di metà legislatura nell’agenda del centrodestra

Fitto calendario con la Conferenza dei capigruppo e tre commissioni. L’anticipo del rinnovo degli assetti istituzionali fa capolino nella maggioranza

Pubblicato il: 21/01/2024 – 7:05
Consiglio regionale, si riparte. Il “tagliando” di metà legislatura nell’agenda del centrodestra

REGGIO CALABRIA Accelera il Consiglio regionale, che da martedì ritorna a pieno regime proiettandosi in un 2024 denso di importanti appuntamenti. Dopo la pausa natalizia e la ripresa “slow” dei giorni scorsi, riprende a infittirsi l’agenda di Palazzo Campanella, che nella prossima settimana vedrà riunirsi tre commissioni – Bilancio, Sanità e Ambiente – e soprattutto la Conferenza dei capigruppo, chiamata a programmare i lavori dell’Assemblea e quindi anche i contenuti dell’attività legislativa.

Il tagliando di metà legislatura

Da quanto si apprende da fonti di Palazzo Campanella, il Consiglio regionale dovrebbe riunirsi per la prima volta nel nuovo anno intorno al 30 gennaio. Al momento è solo una data indicativa, per l’ufficialità si attende l’esito della Conferenza dei capigruppo in programma martedì. Un appuntamento – riferiscono fonti qualificate – che potrebbe avere un rilievo anche politico, perché non è escluso che il presidente dell’Assemblea Filippo Mancuso e la maggioranza di centrodestra inizino a discutere sul “tagliando” di metà legislatura, vale a dire il rinnovo dell’ufficio di presidenza e delle presidenze delle commissioni. La “tentazione” di anticipare questa partita rispetto alla scadenza per così dire naturale – maggio – secondo quanto si apprende starebbe facendo già capolino nei ragionamenti nella coalizione di centrodestra, al cui interno si starebbe formando un orientamento che punterebbe a rivedere gli assetti istituzionali (e politici) del Consiglio regionale già tra metà febbraio e metà marzo, in modo da evitare interferenze con la campagna elettorale delle Europee. Una prospettiva che potrebbe convenire a tutti, nel centrodestra, anche allo stesso governatore Roberto Occhiuto, anche perché servirebbe a sgomberare il campo da tensioni pericolose in campagna elettorale e ad evitare contraccolpi sulla tenuta dello schieramento: procedere dopo le Europee, inoltre, potrebbe essere controproducente perché l’esito del voto potrebbe alterare gli equilibri nella coalizione e quindi farla entrare in “frullatore” ingestibile. Si vedrà se martedì, in Conferenza dei capigruppo, qualcuno aprirà anche esplicitamente questo dossier, che comunque è già sul tavolo del centrodestra, dopo che lo stesso Mancuso, nel saluto alla stampa prima di Natale, aveva evocato la possibilità di anticipare il “tagliando” rilanciando di fatto la sua conferma alla presidenza del Consiglio regionale.

I temi dell’agenda

Ma anche sul piano dei contenuti dalla prossima settimana tornerà a riempirsi l’agenda del Consiglio regionale: tra i temi al centro dell’attenzione, il nuovo ciclo del Fondo di sviluppo e Coesione 2021-27. Martedì la commissione Bilancio discuterà la proposta di provvedimento amministrativo che prende atto dell’imputazione programmatica pro-quota per la Regione Calabria, per un importo lordo di 2,863 miliardi e un importo per nuove progettualità Fsc pari a 2,087 miliardi. La proposta di provvedimento amministrativo, approvata in Giunta prima di Natale, di fatto dà riscontro alla richiesta, avanzata alla Regione dal Dipartimento delle Politiche di coesione della presidenza del Consiglio dei ministri, di proporre un quadro di esigenze che dovrà formare la base per il negoziato finalizzato alla sottoscrizione dell’Accordo di coesione: una prima ricognizione in questo senso è stata effettuata dal Dipartimento regionale della Programmazione con gli altri Dipartimenti regionali. La proposta di provvedimento amministrativo dà l’avvio alla concertazione con le amministrazioni nazionali demandando al presidente della Regione, alla fine di questo percorso, la sottoscrizione dell’Accordo di coesione con il governo. E all’orizzonte in Consiglio dovrebbe quanto prima profilarsi la ripresa del dibattito sulla “Grande Cosenza”, la città unica che nascerebbe dalla fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero. (a. c.)

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