CATANZARO «Anche questo anno è stato difficile e complesso il lavoro in questo distretto o, come si usa dire ora, è stata una “mission impossible”». Lo ha detto il procuratore generale di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio, nell’introduzione della sua relazione in occasione della presentazione del nuovo anno giudiziario 2024. «Prendo atto che sono stati coperti alcuni posti vacanti in alcune Procure, questi nuovi magistrati rappresentano una speranza per questo territorio. Ma quelli che erano al fronte finora, purtroppo, tra poco ripartiranno». «Il distretto di Catanzaro, numericamente, è quello più esteso e complesso, ma a Reggio per esempio i magistrati sono di più. Capisco le logiche anche politiche, ma non capisco perché qui questo non si sia fatto». «In certi territori – ha spiegato – non mandare la presenza dello Stato, dai vigili che fanno le multe, a chi non mette il poliziotto, significa restituire il territorio a chi lo ha sempre occupato. La rassegnazione non deve quindi esistere, tutti i magistrati devono fare quello che devono fare, anche se richiede enormi sacrifici». «Il ministero le cose le ha fatte – ha sottolineato Lucantonio – ma altre si potevano fare meglio come ad esempio l’evoluzione del processo telematico: il problema è che invece di accelerare questo processo lo rallenta per una serie di ragioni. Scrivere, agitarsi e parlare serve a poco se poi i risultati non arrivano». «Lavorare qui non è come ad Aosta, è più complesso e non mancano neanche i disagi a cominciare ad esempio dai trasporti. I magistrati che arrivano qui, di fatto, è come se vivessero reclusi e questo non è accettabile». Per questo, ha sottolineato il procuratore generale «le pratiche andrebbero affrontate in anticipo e non solo quando i trasferimenti sono già avvenuti».
«Noi non abbiamo un centro antiviolenza, nessuno ci ha pensato e allora ci ho pensato io. E lancio una proposta, anche al presidente Occhiuto qui presente. Tra gli edifici confiscati «abbiamo rinvenuto un edificio con tutte le strutture necessarie per creare un centro anti-violenza, sarebbe un vanto per la Calabria visto che siamo dietro a tutti perché ci hanno trattato sempre come sudditi e non come cittadini». «Noi il posto dove farlo ce l’abbiamo – è l’appello alle istituzioni – ma servono le risorse, umane ed economiche, perché le stanze vuote non servono». «Non può continuare ogni anno questa cerimonia dove ci diciamo che siamo stati bravi, no. Il mio augurio a questi giovani magistrati, non solo di fare bene il proprio dovere ma superare tutte le enormi difficoltà non dimenticandosi della toga che portano». Poi un’osservazione: «È mai possibile che dopo trent’anni non si prendono decisioni giurisdizionali e si fa ancora dottrina? Bisogna vivere la strada, ma stare lontano da tutti senza perdere la propria umanità. Il magistrato deve essere imparziale ma non deve mai mancare di umanità ed equilibrio, anche quando i momenti sono difficili». «Chi si rassegna muore ogni giorno, chi non si rassegna muore una sola volta, questa frase la declino in questa terra perché se non c’è giustizia, non c’è democrazia se non c’è democrazia non c’è libertà».
«Dalle risposte di tutti i Procuratori del Distretto emerge un costante, adeguato e soddisfacente incremento dell’informatizzazione degli Uffici e delle attività procedimentali. Tutto ciò ha reso possibile un maggior e più puntuale controllo sui tempi delle iscrizioni e dei termini per le indagini, che attualmente sono assai celeri. Il tasso di definizione (smaltimento) appare congruo, con riduzione, in molti Uffici, del numero dei procedimenti pendenti». Lo ha detto il procuratore generale di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio, nella relazione illustrata durante la presentazione del nuovo anno giudiziario 2024.
«Le specifiche caratteristiche della criminalità nel relativo territorio. Preliminarmente, appare doveroso segnalare come, anche per quest’anno il dato più allarmante è rappresentato, ancora una volta, dai numeri progressivamente in aumento dei delitti di criminalità organizzata di stampo ‘ndranghetistico, sia nella forma associativa che in quella estrinsecantesi nei delitti aggravati dal metodo mafioso, con un aumento del coinvolgimento dei minori nelle attività criminali di tale matrice». «In quest’ultimo caso, riferisce il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, risulta in costante aumento anche il collegato numero dei procedimenti civili minorili a tutela dei minori comunque coinvolti nei fenomeni di criminalità organizzata di tipo “familiare”, con un progressivo incremento anche di procedimenti civili a tutela dei minori figli di collaboratori di giustizia, anche questi ultimi, nel periodo di riferimento, in costante, progressivo aumento». «Si segnalano in aumento – ha spiegato Lucantonio – anche i delitti di estorsione e di usura, fenomenologia criminale fortemente legata alle caratteristiche del territorio calabrese e spesso collegata, anche se indirettamente, al controllo mafioso dello stesso».
«In costante aumento sono anche i reati relativi alla illecita detenzione e/o spaccio di sostanze stupefacenti (anche nella forma più grave del traffico internazionale), fenomenologia criminale, anche questa, spesso collegata al più generale controllo mafioso del territorio, con costante, progressivo ed allarmante aumento del coinvolgimento di soggetti minori di età». «Significativo e costante appare il contrasto ai reati urbanistici ed ambientali, così come quello ai reati da “codice rosso”, quelli informatici e collegati al web, i reati di violenza alla persona (omicidi, tentati omicidi, lesioni, rapine aggravate), i reati economico-finanziari, i reati contro la P.A.. Per il circondario di Crotone significativo risulta il dato criminogeno, in forte aumento, legato al fenomeno dell’immigrazione clandestina, declinato in tutte le sue tipologie illecite».
«Alcuni Procuratori del Distretto come Catanzaro, Cosenza, Lamezia Terme e Paola, – ha spiegato Lucantonio – riferiscono di un aumento dei casi denunciati di violenza di genere o in materia di reati da “codice rosso”; pochi i casi di femminicidio; tutti i Procuratori del Distretto hanno adottato: a) protocolli antiviolenza con Enti territoriali di riferimento (ASP, Prefetture, Servizi Sociali); b) protocolli investigativi con mirate Direttive di servizio alla Polizia Giudiziaria; c) protocolli organizzativi all’interno dei loro Uffici attraverso la creazione (quasi tutti) di gruppi specializzati di magistrati. In tutte le Procure del Distretto sono state apportate modifiche dei Progetti Organizzativi per adeguarli alle novelle indicazioni normative di settore. In alcuni Tribunali sono state create “aule protette” per l’audizione protetta e specializzata di minori o di soggetti deboli vittime di reati da “codice rosso”. Si segnala la stipula di un protocollo, voluto e coordinato dalla Procura Generale, operante sin dal 2018, tra i Procuratori circondariali, la Procura Distrettuale e la Procura per i Minorenni, in ordine alle modalità di coordinamento, intervento e comunicazione in caso di concorso nei reati oggetto di rispettiva trattazione di indagati maggiorenni e minorenni, in caso di provvedimenti civili a tutela di soggetti che risultino inseriti in contesti familiari abusanti e/o maltrattanti e che risultino vittime di violenza domestica diretta e/o assistita, in caso di provvedimenti civili nei confronti di minori che comunque si trovino a vivere situazioni di accertato pregiudizio e per la circolarità delle informazioni e il necessario coordinamento investigativo».
«Sul punto di segnalano le indicazioni fornite dagli Uffici requirenti del Distretto e puntualmente descritte sub paragrafo 2) alle quali (ed ai collegati dati statistici allegati) si rinvia, evidenziando come le specifiche e peculiari caratteristiche criminali del territorio di riferimento corrispondano puntualmente anche ai fenomeni criminali più gravi ed allarmanti incidenti sullo stesso. In proposito tutti i Procuratori del Distretto comunicano (come da dati statistici allegati a cui si rinvia) la puntuale messa in campo di efficaci misure di contrasto (misure cautelari personali e reali, misure di prevenzione personale e patrimoniale, misure civili minorili). Per ciò che concerne il contesto più significativo di riferimento (reati di criminalità organizzata) l’Ufficio della Dda della Procura Distrettuale di Catanzaro segnala, a titolo esemplificativo, i procedimenti “Dusty”, “Assocompari”, “Rinascita-Scott 2”, “Olimpo”, “Maestrale-Carthago” (relativi al circondario di Vibo Valentia), “Svevia” (circondario di Lamezia Terme) ed altri numerosi e complessi procedimenti (tutti numericamente indicati nelle relazioni allegate) afferenti i circondari di Catanzaro, Cosenza, Paola, Castrovillari e Crotone, riguardanti molte centinaia di indagati e/o imputati, con adozione di plurime misure cautelari personali e reali. Per la Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Catanzaro le segnalazioni statistiche più allarmanti riguardano i reati di criminalità organizzata sempre più diffusi ed in aumento sull’intero territorio di riferimento (per reati ex art. 416 bis c.p. nr. 83 a mod. 21 e nr. 8 a mod. 44, reati relativi a stupefacenti nr. 65 per il reato di cui all’art. 74 DPR 309/1990, reati contro la P.A. nr. 61, reati delle c.d. “fasce deboli” o da “Codice rosso” e quindi nr. 191 complessivamente considerati, reati informatici nr. 760, con un raddoppio dei numeri, reati di estorsione aggravati dal metodo mafioso nr. 107, omicidi aggravati dal metodo mafioso nr. 3). Numerose le misure cautelari, sia personali che reali, richieste ed adottate in relazione alle dette ipotesi di reato».
Il ricorso allo strumento delle intercettazioni e gli eventuali profili di criticità al riguardo
«Dalle risposte dei Procuratori del Distretto emerge la diffusa consapevolezza della complessità, delicatezza ed importanza delle attribuzioni e responsabilità del Procuratore della Repubblica e degli Uffici di Procura in tema di intercettazioni che ha determinato la necessità di Adozione di Linee Guida e Direttive di Servizio per regolamentare e ottimizzare la materia in misura corrispondente alle recenti modifiche sia sul piano normativo, che su quello organizzativo/regolamentare». «Allo stato – ha detto Lucantonio – non si segnalano particolari problematiche applicative (grazie anche all’encomiabile sforzo organizzativo dei Procuratori del Distretto), se non le criticità tecniche, comuni a molti uffici giudiziari, emerse in fase di verifica del funzionamento del sistema di riversamento dei risultati delle operazioni di intercettazione (files audio e/o audio-video) nell’archivio digitale riservato, ossia nel server ministeriale installato presso i locali delle Procure. Da segnalare, sul punto, attesa la mancanza di sale ascolto negli Uffici Giudiziari Minorili e di Procura Generale, la predisposizione di protocolli operativi tra questi Uffici Giudiziari e la Procura Distrettuale di Catanzaro e le Procure Circondariali del Distretto (Protocolli già trasmessi per opportuna conoscenza a Codesta Procura Generale). Nessuna problematica specifica viene riferita in merito agli accessi di altri uffici giudiziari o della DNAA».
«Si sono svolte riunioni con i Procuratori del Distretto ed avviate continue interlocuzioni con gli stessi, riguardo alle novità ed alle collegate molteplici criticità relative all’entrata in vigore della Riforma “Cartabia”, in particolare quelle relative al settore penai-processuale, ed ancor di più quelle relative ai complessi temi delle iscrizioni, durata delle indagini, deposito degli atti, rapporti tra Procure della Repubblica e Procura Generale, regolamentazioni delle comunicazioni tra gli stessi Uffici e implementazione delle piattaforme digitali di comunicazione dati tra gli Uffici». (redazione@corrierecal.it)
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