LAMEZIA TERME L’aggressione, l’ennesima, a un operatore sanitario – nel caso specifico una dottoressa della guardia medica di Cessaniti – suscita l’indignazione generale del mondo sindacale. Alessandra Baldari, segretaria della Fp Cgil Calabria, osserva: “Esprimiamo non solo la vicinanza alla giovane dottoressa, ma anche tutta la nostra indignazione e preoccupazione per un gesto vile e inquietante su cui attendiamo che gli inquirenti facciano velocemente chiarezza. Tuttavia riteniamo che non sia più possibile che il personale sanitario della nostra regione sia esposto ad aggressioni ripetute sia nei luoghi in cui si eroga direttamente assistenza, ma anche sulle ambulanze, presso i domicili, ai CUP o ovunque. E’ del tutto anomalo e inaccettabile – prosegue Baldari – che chi lavora debba provvedere a munirsi di scorta familiare per affrontare un pericolo ipotetico da mettere in conto nell’espletamento di funzioni di cura e assistenza a pazienti che dovrebbero, invece, accogliere l’intervento dei professionisti sanitari come atto salvifico del proprio benessere e della propria salute. Sono necessarie maggiori e diffuse tutele per mettere fine a condizioni di rischio incomprensibili riguardo le professioni sanitarie. Questa che sembra una contraddizione in termini, un paradosso, ha origini che affondano in troppi anni di discredito dei sanitari pubblici vittime piuttosto di non essere messi nelle condizioni di dare risposte ai cittadini. Diciamo “Basta!” alle aggressioni e non ci “Basta” più la solidarietà e l’indignazione. Francesco Esposito, segretario nazionale Fismu, parla di “un episodio grave, non il primo e, temiamo, non sarà l’ultimo. A inizio anno ancora una volta, avevamo fatto appello alla Regione e al Governatore Occhiuto, chiedendo più risorse per la sanità pubblica, per investire nella sanità del territorio, nella difesa e potenziamento del pronto soccorso, del 118 e della continuità assistenziale. E, chiaramente, per la messa in sicurezza delle strutture e dei medici e sanitari, con più controlli e più forze dell’ordine. Ed anche una massiccia campagna di educazione nella società e nelle scuole per sconfiggere questa violenza che attanaglia la nostra regione. Ora basta – conclude Esposito – alle nostre proposte, nessuna risposta dal governatore Occhiuto, e il fenomeno cresce: prima o poi assisteremo ad una tragedia. Si agisca, si faccia un tavolo di confronto urgente con i sindacati medici contro la violenza”
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