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l’appuntamento

“20 Days in Mariupol”, anche a Lamezia il documentario di guerra ucraino candidato all’Oscar

Prodotto da AP e PBS “Frontline”, il film ha smascherato la disinformazione russa. Sarà proiettato al “Civico Trame” il 23 febbraio

Pubblicato il: 21/02/2024 – 10:43
di Giorgio Curcio
“20 Days in Mariupol”, anche a Lamezia il documentario di guerra ucraino candidato all’Oscar

LAMEZIA TERME Combattere la disinformazione, spalancare la luce su fatti e vicende drammatiche. In tempi in cui la guerra non si consuma più solo tra soldati e colpi di artiglieria, ma anche attraverso internet, i social e i media, un documentario che, con immagini e interviste reali, offre uno spaccato reale della realtà è quasi una benedizione insperata nella selva incontrollata della disinformazione. Uno degli aspetti della “guerra ibrida”. È il caso di “20 Days in Mariupol”, documentario di guerra ucraino prodotto da Associated Press e PBS “Frontline”. Vincitore di un premio della British Academy Film Awards, il documentario è candidato come miglior documentario agli Academy Awards, segnando la prima nomination all’Oscar dell’AP nella storia di questa testata giornalistica nata 178 anni fa.

20 Days in Mariupol

Le date e le coincidenze

Sulla scorta del successo internazionale, “20 Days in Mariupol” sarà proiettato anche a Lamezia Terme, così come è avvenuto già in altre grandi città italiane e come sta avvenendo in questi giorni tra Torino, Prato, Fermo, Mantova, Padova e Pordenone, solo per citarne alcuni. L’appuntamento lametino è fissato per il prossimo venerdì 23 febbraio, dalle ore 19, al “Civico Trame” nell’ambito della rassegna “𝗠𝗼𝗻𝗱𝗼𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶 – 𝗜 𝗱𝗼𝗰𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗿𝗶 𝗱𝗶 𝗜𝗻𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲”. Il film sarà dunque proiettato a pochi giorni dalla scomparsa di Alexei Navalny, il principale oppositore di Putin, morto durante la sua prigionia nella remota Siberia, ma soprattutto a due anni dall’invasione dell’esercito russo in Ucraina, quel 24 febbraio 2022 che ha cambiato la storia dell’Ucraina tra distruzione e morti e quella Europea.

Il documentario

Con “20 Days in Mariupol”, il giornalista e regista ucraino Mstyslav Chernov ha contribuito a smentire la disinformazione russa, raccontando dall’interno i venti giorni trascorsi, con alcuni colleghi, nella città assediata. Alla vigilia dell’invasione russa dell’Ucraina, una squadra di giornalisti entra nella città portuale di Mariupol. Durante il successivo assedio, mentre cadono le bombe, gli abitanti fuggono e l’accesso a elettricità, cibo e acqua è interrotto, i reporter, unici rimasti, lottano per raccontare le atrocità della guerra, finché circondati dai soldati russi si rifugiano in un ospedale, in trappola. Le loro immagini, diffuse dai media mondiali, documentano morte e distruzione, e smentiranno la disinformazione russa. Di fronte a tanto dolore il regista e giornalista ucraino Mstyslav Chernov si chiede se filmare ancora possa fare qualche differenza, ma sono gli stessi cittadini di Mariupol a implorarlo di continuare, perché il mondo sia testimone.

Mstyslav Chernov è un giornalista e reporter vincitore del premio Pulitzer, membro di The Associated  Press (AP) e presidente dell’Associazione ucraina dei fotografi professionisti. Da quando è entrato a  far parte di AP nel 2014, ha seguito i principali conflitti, crisi sociali e ambientali in Europa, Asia e Medio  Oriente. È stato nominato fra i giovani talenti nel 2015 e cameraman dell’anno 2016 dalla Royal  Television Society ingles. «Quando ero adolescente in Ucraina, nella città di Kharkiv, a solo 20 miglia dal confine russo, come parte del programma scolastico ho imparato a maneggiare una pistola. Mi sembrava inutile: l’Ucraina, pensavo, era circondata da amici», così Chernov in una recente intervista. (g.curcio@corrierecal.it)

Il trailer:

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